Cultura & Spettacolo

Curiosità, divagazioni e ricordi su Roma

di Redazione -


Un libro di Alessandro Cartocci

Dopo la documentata raccolta di brevi biografie che è “La faccia delle strade”, sulla toponomastica garibaldina a Roma, Alessandro Cartocci torna in libreria con “La Vedetta Appenninica” (Edizione a cura dell’Istituto Internazionale di Studi “Giuseppe Garibaldi”). Il volume si apre con il racconto-ricordo dal quale prende il titolo: “La Vedetta” del Gianicolo. Poche pietre rimaste, di quello che una volta era un casolare della famiglia Corsini, sono per l’Autore il pretesto per parlare di Quintino Sella, della Regina Margherita, del Palazzo Corsini alla Lungara. Questo divagare, scrive Marco Ravaglioli nell’introduzione, questo modo spontaneo di raccontare, ma soprattutto l’incalzare di spunti d’interesse, finiscono con il coinvolgere il lettore, stimolando la voglia di proseguire il racconto, di vedere “poi che succede”, anche da parte di coloro che “mai si sarebbero arrischiati di infilarsi in posti inquietanti e misteriosi come le biblioteche”. In particolare: nel “Diverso punto di vista dei fatti del 1849 a Roma”; o nel ritrovamento delle carte di uno spericolato “dandy bolognese”, eroe della Repubblica Romana del 1849. Il diverso punto di vista dei fatti del 1849, a Roma, è nella scoperta di uno sconosciuto diario, redatto dal Superiore del Collegio dei Barnabiti di quel tempo, padre Carlo Vercellone (1814-1859), teologo e biblista. Tra i tanti diari d’epoca (molti parziali), la cronaca vercelliana rappresenta un aspetto particolare, equilibrato: in qual modo, in Roma, viveva una comunità religiosa, durante quel burrascoso periodo e quali ne siano state le ansie e le sofferenze. Le carte dello spericolato dandy bolognese (Angelo Masina) furono ritrovate casualmente, più di trent’anni fa, da Cartocci, nella biblioteca vallicelliana della Chiesa Nuova: un estratto notarile che dava notizia sulla sua morte e sulla ricognizione sui suoi effetti personali. Angelo Masina si rivelò intrepido combattente, piuttosto che fine stratega, ma sempre attento all’eleganza e sufficientemente stravagante, tanto da premettere la particella “de”, di sapore nobiliare, al proprio cognome. Quando le autorità pontificie disposero lo scioglimento delle truppe volontarie, nell’ottobre 1848, a capo di quaranta uomini ordinati e disciplinati, riuscì a unirsi a Ravenna ai 3500 uomini della legione italiana di Giuseppe Garibaldi, condividendone da quel momento le sorti. Dotati di caratteristiche uniformi rosso-turchine, disegnate dallo stesso Masina, mutarono il nome in quello di “Lancieri della morte”, ponendosi al servizio della Repubblica Romana e distinguendosi per la combattività, fin dall’aprile 1849. Sotto al Gianicolo, contro i francesi che tentano un assalto, Masina cadde, assieme al portabandiera. La Repubblica Romana gli conferì alla memoria, la medaglia d’oro al vm, per il suo eroismo. Tra le curiosità e le divagazioni di Cartocci, una merita di essere segnalata. E’ un articolo apparso su la “Strenna dei Romanisti” dedicato a M.R. (cioè Minimo Ridotto), l’unico dirigibile costruito al mondo a poter effettuare regolarmente partenze e atterraggi, all’interno di una città. L’Autore del saggio ricorda che il giovane ingegnere Umberto Nobile, nel 1915, aveva preso servizio presso lo Stabilimento Costruzioni Aeronautiche (SCA), dove erano prodotti i dirigibili per impieghi militari e civili. Lo stabilimento aveva due sedi: una presso la caserma Cavour (a Viale Giulio Cesare, a Roma), dove si progettavano e si confezionavano gli involucri in tessuto; l’altra nell’aeroporto di Ciampino, dove c’era anche il reparto militare di volo. Nobile diventato direttore e capo-progetto dello SCA e, nello stesso tempo, dovendo sovraintendere alla costruzione e manutenzione dei dirigibili a Ciampino, doveva spostarsi spesso tra le due sedi. Per farlo, usava il piccolo dirigibile M.R., una sorta di utilitaria, potremmo dire, oggi, costruito dallo SCA, con una cubatura di un decimo di quella delle altre aeronavi (trasportava solo due persone). Il mini dirigibile partiva dalla caserma in Prati, per poi tornarvi da Ciampino. Al termine, una riflessione: parti strutturali del libro hanno riguardato fatti ed eventi legati più alla cronaca che alla storia, utili però, secondo l’Autore, per illuminare aspetti sconosciuti e spiegare risvolti altrimenti incomprensibili di eventi storici di ben più ampia portata. Alessandro Cartocci, per oltre trent’anni medico all’Ospedale Forlanini, ha pubblicato vari articoli sulla “Strenna dei Romanisti” e sulla “Rassegna storica dell’Istituto per la Storia del Risorgimento”. Una sua scoperta, su uno sconosciuto panorama pittorico dell’assedio di Roma nel 1849, è stata al centro della mostra “Roma veduta”, organizzata per il Giubileo del 2000; e gli è valsa la definizione di “a doctor and amateur sleuth”, da parte dell’International Herald Tribune.

MDV


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