Economia

Baby gang, ladri e usurai: una “tassa” da 40 miliardi sul commercio

di Cristiana Flaminio -


Ladri, vandali, usurai e falsari ci costano ogni anno qualcosa come (quasi) 40 miliardi di euro: Confcommercio lancia l’allarme, a rischio ci sono 267mila posti di lavoro. Il report dell’organizzazione parla fin troppo chiaro: l’illegalità costa al sistema Paese, al commercio e al terziario in generale, 39,2 miliardi di euro. In particolare, secondo i dati diffusi ieri mattina da Confcommercio, l’abusivismo commerciale costa 10,3 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 7,4 miliardi, la contraffazione per 5,1 miliardi, il taccheggio per 5,4 miliardi. Ma c’è una voce che è in rapidissima ascesa e si tratta di quello legato alla criminalità. In tutto il conto è salatissimo: 11 miliardi di euro, 7,1 dei quali a causa di ferimenti subiti, assicurazioni e spese difensive sostenute dai negozianti a cui ne vanno aggiunti altri 3,9 legati alla cyber criminalità. Va da sé che, oggi, tenere aperto un negozio fa più paura di ieri: il 30% delle imprese ritiene peggiorati i livelli di sicurezza. Sono i furti in testa a non lasciar riposare commercianti e imprese: la percezione del rischio è salita al 28%, +4,5 punti percentuali rispetto al 2023. Poi ci sono atti di vandalismo e spaccate (25,4%, +4,3 punti sul 2023) e quindi le rapine (25,3%, +6,4 punti in confronto al 2023). L’usura, che negli ultimi anni è stato il crimine segnalato più in crescita, scende al 20,6% (-3,8 punti sul 2023). Più di otto imprese su dieci (82,9%) hanno investito negli ultimi anni in misure per la sicurezza, soprattutto in sistemi di videosorveglianza (64,3%) e di allarmi antifurto (53,4%). Insomma, una “tassa” da pagare pari a 40 miliardi di euro che poi, a dirla tutta, è una somma astronomica pari ad (almeno) due Ponti sullo Stretto di Messina. L’illegalità costa, e pure troppo, e affligge un settore che ha già i suoi (gravissimi) problemi.


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