Attualità

Ginevra Giuili, un’italiana a Londra con le idee chiaree la musica nel cuore

di Nicola Santini -


Diciannove anni, romana, vive a Londra dove studia Business. Il pubblico la conosce per “I have nothing to say”, letteralmente “non ho niente da dire”. Un paradosso, se si pensa che, quando le si chiede della sua passione per la musica, è un fiume in piena. “La mia passione per la musica è nata a cinque anni quando, passeggiando con mia madre, mi innamorai di una batteria, che non sapevo suonare, ma che ho voluto a tutti i costi congrande gioia dei timpani dei miei genitori e di tutto il condominio. Dopo un anno ho iniziato a studiare pianoforte rendendomi conto subito che Mozart non faceva per me: volevo saper suonare e cantare le canzoni dei miei cartoni animati preferiti, e la mia insegnante di musica mi accontentò. Da lì a poco, padroneggiavo tutte le note, ed ho iniziato a comporre.

Un brano che spopola sul web. Come è nato il tuo primo successo?
Il testo della mia canzone l’ho scritto io come la musica. Sono stata aiutata negli arrangiamenti dalla mia Vocal Coach Danila Satragno. Scrivo le canzoni da quando ho undieci anni. “I have nothing to say,” nasce da un momento particolare: la fine del liceo e l’inizio dell’università e quindi di una vita da sola. Una sera, suonavo al piano ed è nata una melodia che mi piaceva molto, ma non avevo un testo, nulla di cui scrivere. E ragionavo tra me: vorrei dire duemila cose ma mi sento come se avessi nulla da dire. Così, senza rendermene conto, avevo trovato qualcosa di cui parlare. Tra l’altro non ho niente da dire è proprio il mio modo di fare: tendo a non parlare molto di ciò che mi turba, sono la classica persona che anche in momenti difficili, alla domanda “Come stai?” risponde “Tutto bene”.

Vivi a Londra ma sei cresciuta a Roma. Le due città a confronto per una che studia e fa l’artista?
Roma è città d’arte, Londra la città per gli artisti: in ogni angolo c’è un’idea, il genio o la stravaganza di qualcuno. Roma rappresenta la famiglia, le radici e la casa, ma Londra il viaggio. La mia sensazione è che la caratteristica più positiva di Londra sia l’eterogeneità delle persone che comporta la totale assenza di giudizio verso gli altri. A Londra puoi permetterti di essere chi vuoi, anche te stesso.

C’è un destinatario nel testo del tuo brano? Una frase che è dedicata a qualcuno?
Tutte le emozioni hanno un destinatario, tutta l’arte ha una musa. C’era qualcuno a cui ho urlato queste parole “I have nothing to say,”. Nel titolo della canzone c’è una virgola, dopo la virgola si apre sempre un nuovo pensiero, un nuovo capitolo, una nuova vita.


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