Street Art, il museo diffuso che legala Sicilia a Hollywood
di FRANCESCA GALLO – Nel cuore dei Monti Sicani un grande progetto di arte urbana e street art si propone come volano di promozione del territorio, esplorando e rilanciando la stretta connessione tra l’identità, il cinema d’autore e la Sicilia. 29 artisti, del panorama internazionale della street art, provenienti da Italia, Uruguay, Portogallo, Argentina, Serbia, Spagna, Canada, Germania e Stati Uniti, hanno dato vita ad un diffuso intervento di riqualificazione urbana delle periferie. Lo scenario è quello dell’area interna di Ficuzza e della Valle del Sosio, tra le riserve naturali protette della Sicilia. Luoghi di straordinaria e suggestiva bellezza paesaggistica, dove piccoli borghi diventano occasione di riscoperta delle risorse locali, attraverso percorsi di street art.
Il progetto si chiama “iART FIVAS”, (Fivas acronimo di Ficuzza e Valle del Sosio) e coinvolge otto Comuni: Chiusa Sclafani, Corleone, Mezzojuso, Palazzo Adriano, Prizzi, Roccamena, Campofiorito e Bisacquino, quest’ultimo nel ruolo di capofila. “iART – spiega Lucenzo Tambuzzo, ideatore, progettista e direttore artistico di ‘iWORLD ETS’ (progetto finanziato dal bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri) – ha creato attraverso l’arte urbana un innovativo ed originale museo diffuso del cinema e delle identità, rivelando una relazione importante tra i Comuni dell’entroterra palermitano e Hollywood e dimostrando come, territori apparentemente marginali, siano custodi delle radici di alcuni dei colossi del cinema mondiale”.
Andrea Buglisi, Mariana Duarte Santos, Camilo Nuñez, Crazyone, Andrej Zikic, Lina Besedina, Vanesa Galdeano, Analí Chanquía, Alon David Alonso, Loste, Salvatore Ligama, Amanda Arrou-tea, Milu Correch, Hendrik Beikirch, César de Fernando Bravo, Danilo Pistone, Salvatore Benintende, J3erny, Mr. Thoms, Gianfranco Abramo, Mikhail Albano, Alva Moca, Mauro Caraffiello, Seba_Mat, Rame 13, Jarus, María Peña, Andrea Castagnino, sono gli autori dei murales realizzati sulle facciate delle case che ritraggono attori di fama internazionale e rappresentano scene di importanti film. Una fra le tante, la scena di “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, o ancora, “È arrivata la felicita’”, “Accade una notte”, “L’eterna illusione” di Frank Capra. Opere proiettate a raffigurare elementi identitari dei luoghi, come i cicli del grano o gli straordinari paesaggi agrari, e a rimarcare la forte relazione tra alcuni grandi nomi del cinema internazionale e i territori coinvolti: attori e registi come Al Pacino e Frank Capra che proprio lì hanno le loro origini. “iART” oltre a rinsaldare il legame storico tra la Sicilia e il Cinema, è spunto per nuovi processi di rigenerazione urbana, sociale e culturale e rappresenta un nuovo modo di narrare il territorio, con un messaggio corale di bellezza collettiva, antidoto dell’illegalità.
“È un viaggio artistico – commenta Tambuzzo – in cui i ritratti di Al Pacino, Totò Cascio, Filippe Noiret ed Ennio Morricone dialogano con simbologie tradizionali dei luoghi, dedicate a santi, madonne e maschere secolari. Anime diverse che si compongono in un’armonia dell’assurdo, in cui grazie all’arte contemporanea il locale si pone al centro del globale come sua imprescindibile origine e suo costante riferimento dialettico”.
“La realizzazione di questo progetto di Street Art, considerato fra i più importanti in Italia, non è stata facile, ma, alla fine, il risultato ottenuto ci dà tante soddisfazioni perchè ha reso i nostri Borghi molto più belli ed interessanti – dichiara Tommaso Di Giorgio, Sindaco di Bisacquino -. Gli artisti hanno cambiato la fisiologia dei luoghi, creando di fatto un percorso artistico e culturale innovativo che attrae i turisti che, sono certo arriveranno sempre più numerosi per immergersi tra le bellezze naturalistiche e architettoniche del paesaggio”.
Qualcuno di questi turisti in transito, attratto dai luoghi, decide anche di fermarsi. Accade a Prizzi, Comune del palermitano, alle pendici dei Monti Sicani, da cui emerge una bella storia legata proprio alla street art. Quella del giovane psichiatra texano Dave Atkinson che vive e lavora a Dallas. Nel 2015 si avventura in un viaggio in Sicilia e fa tappa a Prizzi, paesino di poco più di 4mila abitanti. Un luogo tranquillo, dove il tempo sembra essersi fermato. Per Dave è amore a prima vista! Quello che poteva essere semplicemente un viaggio come un altro si trasforma, in un’esperienza esaltante, immersiva e a stretto contatto con la gente del posto. A distanza di qualche tempo ritorna nel borgo e acquista casa, la ristruttura e su una facciata fa realizzare un murales raffigurante “la Salita di Gesù al Calvario”. “Dave è uno di noi, è un prizzese a tutti gli effetti – commenta, la signora Anna Marretta, dirimpettaia di Dave Aktinson – e dalla finestra della sua abitazione scatta la foto del murales che ci invia. Il suo è un omaggio al territorio di cui si è subito sentito parte integrante”. A Prizzi, dove lo psichiatra americano ha deciso di fermarsi, ricevendo dal Comune anche la cittadinanza onoraria, è stato conquistato dalla cultura e dalle tradizioni locali, tanto da partecipare alla vita nei campi o ai riti della Settimana Santa, la più importante e sentita festa per la comunità prizzese, nonché al celebre “Ballo dei Diavoli”. Nel borgo che lo accoglie si sente come a casa sua, decidendo persino di finanziare un intervento di rivitalizzazione dei quartieri con un progetto di street art che ha coinvolto tre artisti texani, autori di alcuni murales che impreziosiscono il centro storico.
In giro per la Sicilia Atkinson ha avuto modo di scoprire le bellezze di una terra ricca di storia, cultura e tradizioni e di confrontarsi con un popolo amabile ed accogliente, sfatando gli stereotipi spesso negativi dell’Isola nel mondo. Il progetto di street art che ha ridato vitalità ai luoghi della Valle del Sosio dimostra come l’arte e la cultura abbiano un ruolo determinante nella promozione del territorio, possano trasmettere messaggi sociali e rivitalizzare zone a rischio. I muri colorati diventano spazi di bellezza condivisa, frutto di un’arte urbana che non si limita ad abbellire, ma che diventa luogo che unisce comunità ed individui.
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