Attualità

Countdown piazza

di Domenico Pecile -


Due approcci, due sensibilità, due piazze per un 28 ottobre che è scivolato via senza infiammare più di tanto un’opinione pubblica alle prese con ben altri problemi, con una quotidianità che non fa rima con ideologia. Tante dichiarazioni, gli eccessi astorici e verbosi di nostalgici fascisti, l’occupazione dell’università La Sapienza da parte dei Collettivi di sinistra, qualche manifestazione, i presidi antifascisti di Roma e Milano annunciati per oggi: lo spauracchio del centenario della marcia su Roma può essere archiviato senza ripercussioni sul neonato governo-Meloni, che supera indenne il primo, vero esame della piazza, dopo avere condannato i crimini del regime. E che si riserva di rispondere alle richieste del leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, che ieri nel condannare chi fa “l’errore drammatico di scambiare il fascismo per folklore”, ha chiesto al Governo atti concreti, come “lo scioglimento delle organizzazioni neo-fasciste”. Tra queste spicca Casapound che sempre ieri ha stigmatizzato duramente “il prefetto” perché ha chiuso “l’intero cimitero del Verano per impedire di deporre una corona di fiori nella cappella dei martiri della rivoluzione fascista. Sarebbe stato un momento di ricordo e non una manifestazione”. Scritte fasciste come “Roma o morte” sono comparse a La Spezia. Una di queste era stata vergata con lo spray nero proprio sulla cosiddetta Ferita di guerra una zona del centro storico devastata da bombe della seconda guerra mondiale. Gli inquirenti stanno esaminando le riprese delle telecamere che ritraggono due giovani con le bombolette. Sempre secondo gli investigatori, alcune scritte sarebbero ascrivibili al Blocco studentesco. “E poi dicono che non ci sono più fascisti” è stato il commento del sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, sulle scritte comparse in città tra cui “Marciare e non marcire 1922-2022”. E dalla manifestazione indetta a Napoli – dove sarebbe dovuta essere presente anche la senatrice Segre – il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha definito il ventennio come la più grande tragedia della storia d’Italia, mentre la Pentastellata Mariolina Castellone a invitto tutti ad “arginare con forza ogni tentativo di arretrare sui diritti e sui principi democratici”. Resta, invece, alta la tensione all’Università La Sapienza dove i Collettivi di sinistra hanno occupato l’Ateneo per protesta contro il blitz della polizia dei giorni scorsi. “Quelli – aveva risposto la Meloni in aula a Ilaria Cucchi – non erano manifestanti pacifici, visto che facevano un picchetto per impedire che ragazzi che non la pensano come loro potessero parlare liberamente. Manifestare in democrazia è un diritto, ma non si può impedire a qualcun altro di dire quello che pensa”. Per il segretario del Pd, Enico Letta, questo 28 ottobre è stato invece anche l’occasione per l’ennesimo attacco ai Centristi. Prima ha dichiarato che “oggi, cento anni dopo la marcia su Roma, comincia il percorso costituente del nuovo Pd. Significativo che il percorso congressuale si avvii in un giorno così importante per la Costituzione”. Poi la stoccata a Renzi e Calenda: “C’è parte dell’opposizione che ha trasferito le tende accanto alla maggioranza in attesa di sostituire parte della maggioranza, quella opposizione che di opposizione non ha nulla. E lo si è già capito”.

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