Gravi indizi di reato

GRAVI INDIZI DI REATO – Garlasco, nuove indagini per la morte di Chiara Poggi

di Francesca Petrosillo -


Il 13 agosto 2007, la tranquilla cittadina di Garlasco, in provincia di Pavia, si sveglia con una notizia sconvolgente: Chiara Poggi, una giovane di 26 anni, viene trovata morta nella sua abitazione. A fare la macabra scoperta è il fidanzato, Alberto Stasi, che quella mattina chiama i soccorsi e dichiara di aver trovato il corpo senza vita della ragazza ai piedi delle scale. In pochi minuti, le forze dell’ordine accorrono sul posto e avviano le indagini su quello che si rivela subito essere un brutale omicidio. Gli inquirenti notano subito elementi sospetti. Il corpo di Chiara Poggi presenta segni di aggressione alla testa, probabilmente causati da un oggetto contundente. Tuttavia, l’arma del delitto non si trova. La casa non mostra segni di effrazione e nulla sembra essere stato rubato, escludendo l’ipotesi di una rapina finita male. La scena del crimine appare insolita: non ci sono tracce evidenti di lotta. I sospetti si concentrano immediatamente su Stasi: laureando in Economia all’Università Bocconi di Milano, fornisce la propria versione dei fatti e racconta di aver trascorso la mattina a studiare e di essere poi andato a casa di Chiara, trovandola priva di vita. Tuttavia, alcune incongruenze emergono subito. Gli investigatori analizzano il computer di Stasi e scoprono che la sua attività online potrebbe non corrispondere esattamente a quanto dichiarato. Le indagini proseguono per mesi e il caso diventa mediatico. L’opinione pubblica si divide: c’è chi ritiene Stasi innocente e vittima di un errore giudiziario, mentre altri, che lo vedono come il colpevole perfetto. Il processo si apre con un susseguirsi di perizie e controperizie. Nel 2009, il giovane viene assolto in primo grado per insufficienza di prove, ma nel 2013, la Corte di Cassazione annulla l’assoluzione e dispone un nuovo giudizio. Nel 2015, dopo anni di battaglie legali e nuove analisi forensi, Alberto Stasi viene condannato definitivamente a 16 anni di reclusione per l’omicidio di Chiara Poggi. La sentenza si basa su nuovi elementi, tra cui la presenza di microtracce di sangue sulle sue scarpe e sulla bicicletta, oltre alla mancanza di un alibi solido. La difesa di Stasi continua a sostenere la sua innocenza, ma per la giustizia italiana il caso è chiuso: Alberto è il responsabile della morte di Chiara Poggi.
Oggi, il caso di Garlasco si riapre dopo 18 anni con nuove indagini e l’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Sempio, che si dichiara innocente, ha subito un prelievo coatto del DNA per confrontarlo con tracce trovate sulle unghie di Chiara. Emergono inoltre nuovi elementi, tra cui impronte digitali, telefonate sospette e un possibile alibi precostituito. Gli inquirenti stanno riesaminando prove e testimonianze per chiarire se vi siano più responsabili dell’omicidio.


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