Crollo dei mercati asiatici a causa dei dazi
Anche oggi i mercati asiatici hanno subito un duro colpo all’apertura, peggiorando ulteriormente la crisi azionaria globale scatenata dalla guerra commerciale avviata dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La risposta speculare della Cina, con l’introduzione di dazi su numerosi prodotti statunitensi, ha acuito la tensione e aumentato l’incertezza sui mercati. Le misure tariffarie, incluse quelle contro i mercati asiatici, vale la pena ricordarlo, coinvolgono ben 180 nazioni, rendendo lo scenario economico internazionale sempre più instabile. In Giappone, l’indice Nikkei ha registrato un crollo immediato di oltre l’8% subito dopo l’apertura delle contrattazioni, mentre il più ampio indice Topix ha subito una flessione iniziale superiore al 9%, per poi ridurre le perdite al 6,5%. Anche i mercati cinesi, riaperti dopo una pausa festiva, hanno mostrato segnali di forte debolezza: lo Shanghai Composite Index è calato del 6,7%, mentre l’indice blue-chip CSI300 ha perso il 7,5%. A Hong Kong, l’indice Hang Seng ha aperto con una flessione superiore al 9%, confermando il clima di forte nervosismo che pervade le piazze finanziarie asiatiche. Anche la Borsa sudcoreana ha subito gravi perdite, con il Kospi in profondo rosso. Nonostante il panico sui mercati, il presidente Trump ha mantenuto un atteggiamento tranquillo, dichiarandosi “pronto a dialogare” con i leader mondiali per discutere nuovi accordi commerciali. Di ritorno a Washington dopo un fine settimana trascorso a giocare a golf nelle sue esclusive proprietà in Florida, Trump ha affermato di aver avuto contatti con numerosi paesi. Pur riconoscendo la “rabbia” suscitata all’estero dalle sue politiche commerciali, ha sottolineato che molti governi stanno “reagendo con gentilezza”. Interrogato dai giornalisti a bordo dell’Air Force One sulle possibili evoluzioni dei mercati finanziari, Trump ha risposto in modo evasivo: “Non posso dirvelo. Ma posso dirvi che il nostro Paese è ora molto più forte e, alla fine, sarà un Paese come nessun altro”. Parole che, però, non sembrano rassicurare gli investitori internazionali, alle prese con uno scenario economico sempre più complesso e incerto.
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