Il grande flop: Zelensky affossa i colloqui di pace di Londra e Rubio li fa saltare
Il presidente Volodymyr Zelensky, con la sua uscita sulla Crimea, ha innescato un effetto domino che ha fatto fallire il vertice di Londra. I colloqui di pace per l’Ucraina che erano in programma per oggi nella capitale inglese a livello di ministri degli Esteri, sono stati rinviati. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri britannico, precisando che si terrà comunque un incontro a livello inferiore.
Un flop su tutta la linea che dimostra l’inaffidabilità e la poca capacità di incidere degli attori europei, anche a livello di pressioni sul sempre meno gestibile alleato ucraino.
“L’incontro di oggi con i ministri degli Esteri per i colloqui di pace in Ucraina è stato rinviato. I colloqui a livello ufficiale proseguiranno”, ha dichiarato il Ministero degli Esteri britannico in una nota. Un tonfo clamoroso che potrebbe indurre Washington a tirare dritto nell’interlocuzione con la controparte russa, evitando summit “inutili” e allargamenti infruttuosi dei tavoli.
Il primo a dare forfait è stato il Segretario di Stato americano Marco Rubio, dopo che Zelensky ha chiarito che Kiev non avrebbe riconosciuto la Crimea come territorio russo. Nei giorni scorsi, Rubio aveva fatto sapere che gli Stati Uniti erano pronti ad abbandonare i negoziati se non ci fossero stati progressi tangibili verso una soluzione della crisi.
Anche i ministri degli Esteri di Francia e Germania hanno annullato la loro partecipazione “dopo che il segretario di Stato americano Marco Rubio e l’inviato presidenziale speciale Steve Witkoff hanno annullato la loro visita”. Il ministro degli Esteri ucraino è atteso comunque in Gran Bretagna, dove dovrebbe avere un incontro bilaterale con il suo omologo David Lammy.
Vladimir Putin ha offerto agli Usa di fermare l’operazione militare speciale in Ucraina sull’attuale linea del fronte. A riportare la notizia è stato il Financial Times, citando fonti informate sul faccia a faccia che il presidente russo ha avuto 10 giorni fa con l’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, a San Pietroburgo.
Secondo questi informatori, il presidente russo ha detto all’inviato trumpiano che Mosca potrebbe rinunciare alle sue pretese sulle aree delle quattro regioni parzialmente occupate che rimangono sotto il controllo ucraino.
Dopo questa proposta, gli Usa hanno fatto circolare l’idea di un possibile accordo che prevede il riconoscimento della Crimea come russa.
Stando a Ft, gli europei a cui sono stati illustrati gli sforzi americani per mettere fine alla guerra, sostengono che Putin possa usare l’apparente concessione come “esca” per attirare Trump ad accettare altre richieste, costringendo Zelensky a recepirle come fatto compiuto. “C’è molta pressione su Kiev in questo momento affinché rinunci a cosa in modo che Trump possa proclamare la vittoria”, ha riferito una delle fonti della testata.
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