Attualità

Quando il social è un cannibale

di Angelo Vitale -


Quando il social è un cannibale. “Ecco perché non mi fido più dei giornali” si intitolava nel 2022 la tesi di laurea al PoliMi di Gianluca Gobbi, che ora lavora nel campo del graphic design. “Il clickbait – scriveva – è un problema trasversale, che influisce su più aree, da quella psicologica delle persone a quella puramente informativa e della disinformazione ma anche sull’aspetto economico. L’utilizzo intenso di quella che, all’inizio, era solo una strategia di marketing digitale come le altre, ha portato ad un avvelenamento del panorama mediatico informativo mondiale. La rivoluzione digitale ha completamente cambiato l’intero mondo della comunicazione. Come predetto da McLuhan la raccolta delle notizie oggi non è più lineare, continua, costante ma caotica e discontinua, le informazioni sono presentate sotto forma di mosaico e questo tipo di scenario richiede una partecipazione attiva al processo. Pensare di adottare lo stesso approccio usato fino ad ora è sbagliato in quanto tutto l’ecoistema informativo è radicalmente cambiato”.

E mentre sta cambiando, nel segmento tradizionale dell’informazione cartacea perde colpi, con i social media che hanno assunto un ruolo centrale come fonte di informazione per circa il 32% degli utenti internet italiani, confermando la loro importanza come canale di aggiornamento rapido. Nel 2025, il numero di utenti attivi sui social media in Italia ha raggiunto circa 44 milioni, pari al 75% della popolazione, evidenziando una penetrazione molto alta di queste piattaforme. E i social media hanno eroso significativamente la diffusione e l’attenzione verso la carta stampata, con una crescita dei contenuti video e interazioni sui social che supera di gran lunga quella dei media tradizionali.

La carta stampata potrebbe, come prova a fare, controbattere sul fronte della credibilità, ove però la situazione è complessa, se non impervia. Un rapporto del 2024 evidenzia infatti ce solo il 38% della popolazione italiana è consapevole della falsità delle notizie, con un divario culturale tra grandi centri urbani e piccoli centri, dove la verifica delle fonti è meno frequente. La sfiducia è in salita, il click rapido vince sulla reale reputation di chi ti parla. E il social cannibale ha la meglio.


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