Attualità

Prevost, Leone tra i grandi

di Angelo Vitale -


Nell’epoca dei media accelerati dai social il nuovo papa Leone XIV non poteva che finire pure lui, prima e dopo l’elezione, nella bolla della curiosità spinta. Prima di diventare pontefice era noto per la sua passione per il tennis. Cresciuto a Chicago, lo praticava regolarmente e da questo sport aveva imparato disciplina, gestione della fatica mentale e resilienza. Carattere che non poco lo aveva segnato pure in Perù dove è stato conosciuto e amato per il suo stile diretto e missionario – molti in giubilo i fedeli di quel Paese in piazza San Pietro quando è apparso per la prima volta al mondo- : per raggiungere le zone montuose della Sierra del Nord, Prevost partiva a cavallo affrontando viaggi di tre o quattro ore su sentieri impervi, e lo fece soprattutto in occasione di calamità come le inondazioni causate da El Niño nel 2023.

Ma Leone XIV è stato subito inseguito anche da veleni, sparsi a piene mani pure prima della chiusura della Cappella Sistina per il Conclave, provando a sbarrargli il passo e disegnando ombre nel suo passato: un rapporto interno dell’Ordine agostiniano che lo accusa di aver ritardato l’invio di informazioni su un caso di abuso nel Midwest nel 2005, nessuna indagine per un caso simile di cui avrebbe appreso nel 2019 mentre era ancora a Chiclayo. Con la sua elezione, qualche mugugno e un po’ di meraviglia anche per la scelta di questo nome. Il suo predecessore, Leone XIII, è però stato un pontefice che ha scritto 86 encicliche, più di ogni altro. La più famosa, quella Rerum Novarum che segnò la nascita della dottrina sociale della Chiesa e gli valse il titolo di “papa dei lavoratori” e “papa sociale”.

Un pontefice che fu pure dotato di umorismo: a un vescovo americano che gli disse addio pensando di non rivederlo più rispose ironicamente “Eccellenza, ha un brutto male?”, a un giudice napoletano cui si erano rotti i pantaloni durante un’udienza citò con spirito un versetto del Dies Irae sulla rivelazione di ciò che è nascosto. Ma fu pure impegnato in diplomazia, tra Spagna e Germania per le isole Caroline e tra Spagna e Stati Uniti per Cuba. Un buon viatico per il suo successore, alle prese da ora con la girandola di Grandi della Terra sempre più impazzita.


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