Attualità

Trimestrali da record per Isp e Unicredit in attesa di Bpm

di Cristiana Flaminio -


Il banco, anzi la banca, vince sempre: dopo Isp-Intesa San Paolo, arrivano i numeri da record di Unicredit. Una trimestrale da incorniciare (anche) per l’istituto di credito guidato da Andrea Orcel che infila il 17esimo trimestre in aumento. I dati parlano chiaro: l’utile netto s’è assestato a 2,8 miliardi, + 8,3 per cento rispetto all’anno precedente. Ma non è tutto. I ricavi sono aumentati a 6,5 miliardi di euro, grazie a un margine di interesse da a 3,5 miliardi, supportati da commissioni per 2,3 miliardi di euro, proventi da attività di negoziazione pari a 0,6 miliardi, e accantonamenti per perdite su crediti pari a 83 milioni. Cifre che inducono Unicredit a coltivare il sogno di chiudere il 2025 con dieci miliardi di utile. Una soglia a cui ambisce anche Isp che ha chiuso la prima trimestrale di quest’anno con 2,6 miliardi di euro di utile netto. Un incremento in doppia cifra per l’istituto di credito pari al 13,6% che indurrebbe a sperare di cogliere l’obiettivo dei 9 miliardi di utile netto nel 2025. Per gli azionisti sarebbe festa grande. E, in attesa di brindare, possono stuzzicare il loro appetito con gli 1,8 miliardi di euro in dividendi maturati solo nel primo trimestre di quest’anno che si sommano al saldo dividendi da tre miliardi del 2024. Ma per Orcel le buone notizie arrivano (anche) dall’Ue che ha chiesto ai governi di usare la golden power in modo “proporzionato” e di aver chiesto informazioni all’Italia sull’Ops Unicredit su Bpm come “procedura pilota”.Chiarimenti attesi anche da Orcel per comprendere se procedere o meno all’Ops: “Non abbiamo fretta”, ha riferito l’ad di Unicredit. La battaglia è lunga e il risiko bancario continua: dai numeri delle trimestrali Unicredit e Isp emerge che di polvere, da sparare, ce n’è davvero tanta.


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