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“Parkinson, Alzheimer o… Idrocefalo Normoteso?” Alla Camera una patologia sottovalutata ma curabile

di Nicola Santini -


Una diagnosi corretta può cambiare radicalmente la qualità della vita di migliaia di persone, specie in età avanzata. È il messaggio forte e chiaro che arriva da Roma, dove si è svolta presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati la conferenza “Parkinson, Alzheimer o… Idrocefalo Normoteso? Una patologia curabile”. L’incontro ha suscitato un notevole interesse da parte di istituzioni, professionisti sanitari, cittadini e media, portando alla ribalta una condizione clinica ancora poco conosciuta ma dalle conseguenze potenzialmente gravi se non affrontata con tempestività.
L’evento è stato fortemente voluto dall’onorevole Marina Marchetto Aliprandi e moderato da Adriana Riccio di A&G Global Events, che ha coordinato gli interventi in una sala gremita e attenta. Al centro dell’incontro, l’idrocefalo normoteso, una patologia che colpisce prevalentemente persone over 65 e che spesso viene confusa con malattie neurodegenerative più note come il Parkinson o l’Alzheimer.
In comune con queste ultime, infatti, una triade sintomatologica composta da demenza, incontinenza urinaria e difficoltà nella deambulazione.
Tuttavia, ciò che rende l’idrocefalo normoteso così importante da riconoscere è che, a differenza di Parkinson e Alzheimer, può essere curato efficacemente se diagnosticato precocemente. È proprio su questo punto che si è concentrata l’apertura dell’onorevole Marina Marchetto Aliprandi, la quale ha sottolineato come l’informazione corretta e la diagnosi precoce possano letteralmente cambiare il destino di un paziente.
Il tema della prevenzione e del riconoscimento tempestivo è stato ulteriormente evidenziato dall’intervento dell’onorevole Paolo Trancassini, Questore della Camera dei Deputati, che ha annunciato l’intenzione di promuovere una campagna di sensibilizzazione proprio all’interno delle istituzioni parlamentari.
Sul versante scientifico, l’intervento più atteso è stato quello del Dottor Gianpaolo Petrella, neurochirurgo specializzato nella diagnosi e nel trattamento dell’idrocefalo normoteso, nonché direttore scientifico dell’Associazione Neuro Vita. Il medico ha spiegato con precisione le caratteristiche cliniche della patologia: “Questa malattia è legata ad un aumento delle cavità dell’encefalo con un accumulo eccessivo di liquor che schiaccia il cervello. Con una TAC o una Risonanza Magnetica la si può riconoscere e trattare chirurgicamente posizionando un tubicino nel cranio per drenare il liquor in eccesso. Purtroppo, solo il 20-25% dei casi è correttamente riconosciuto”.
Una questione non solo medica, ma anche economica. A dimostrarlo i dati esposti dal Professor Rocco Roberto Cerchiara, docente universitario ed esperto in statistica sanitaria, che ha presentato un’analisi puntuale sui costi sanitari derivanti da diagnosi errate: “Ogni anno un paziente di Alzheimer o Parkinson costa allo Stato circa 50-70mila euro. Un paziente con idrocefalo normoteso operato costerebbe invece circa 13mila euro in totale. Nell’arco del decennio 2024-2033 i casi stimabili in Italia variano da 134mila a 707mila. Se riconosciuti e curati correttamente determinerebbero un risparmio per il SSN tra i 93,6 e i 464 miliardi di euro”.
La conferenza si è conclusa con il collegamento video con Flavio Insinna, volto noto della televisione italiana, che ha annunciato il proprio sostegno alla causa. Il conduttore sarà protagonista il prossimo 26 maggio a Palazzo Merulana, dove parteciperà all’asta di beneficenza “Dall’oblio alla luce, dall’immobilità al movimento”, un evento dedicato alla raccolta fondi in favore dell’Associazione Neuro Vita.


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