Cultura & Spettacolo

La stagione delle Falesie: storie di pietra, mare e arte naturale

di Simone Pasquini -


Sospese tra cielo e mare, le Falesie di Duino si ergono con fierezza lungo uno dei tratti più spettacolari della costa adriatica, nel cuore del Friuli Venezia Giulia, a pochi minuti da Trieste, là dove la terra si interrompe bruscamente in un volo di pietra bianca sull’acqua. Sono alte fino a ottanta metri e si affacciano su un orizzonte di luce che cambia colore a ogni ora del giorno. La loro imponenza non è solo una questione geologica, ma un fatto emotivo: chi si ferma anche solo un istante davanti a questo panorama non può fare a meno di sentirsi parte di un racconto che comincia molto prima di lui. Le falesie fanno parte di una Riserva Naturale Regionale che tutela non solo il paesaggio, ma anche la ricca biodiversità: una delle principali attività che qui si praticano è il birdwatching. Con un po’ di pazienza e fortuna si possono osservare esemplari rari come il falco pellegrino, il passero solitario, il gheppio, la poiana e numerosi altri uccelli migratori che trovano rifugio tra le rientranze rocciose. Ma non sono solo gli occhi ad aprirsi: camminare lungo il Sentiero Rilke, che collega Sistiana a Duino, è un’esperienza che sollecita tutti i sensi. Intitolato al poeta Rainer Maria Rilke, che qui compose parte delle sue Elegie Duinesi, il sentiero è lungo meno di due chilometri ma è capace di raccontare l’eternità. Un percorso semplice ma indimenticabile, che si snoda tra cespugli di leccio, scorci improvvisi sul mare, fortificazioni della Prima guerra mondiale e profumi di macchia mediterranea. Sotto il sentiero, la Baia di Sistiana si apre come un abbraccio: d’estate è un piccolo paradiso del gusto, con chioschi gastronomici e drink lounge, in cui la cucina locale incontra l’estro contemporaneo. È il luogo dove si può degustare il mare con il palato, tra calici di Vitovska e piatti di pesce fritto affacciati sul porticciolo. Accanto alla baia si trova Portopiccolo, l’elegante borgo marinaro nato dal recupero di un’ex cava: un gioiello architettonico sostenibile che oggi ospita boutique hotel, spa, residenze di charme (www.portopiccoloapartments.com) e una marina tra le più moderne d’Italia. Frequentato da personaggi del jet set e apprezzato per la sua discrezione, Portopiccolo rappresenta il volto raffinato e contemporaneo della costa adriatica. Ma alle spalle delle falesie si apre un paesaggio completamente diverso: il Carso. Un altopiano di pietra e vento, dove ogni elemento ha una sua leggenda, ogni grotta un segreto, ogni pietra una memoria. Qui si trovano le cave di Aurisina, attive fin dall’epoca romana e celebri per aver fornito il marmo che ha ornato palazzi di Venezia e Vienna. Oggi, questo patrimonio è valorizzato dal progetto KAMEN, un museo diffuso a cielo aperto che accompagna il visitatore in un viaggio tra pietra, archeologia dell’ingegno, natura e cultura locale. Ed è proprio in questo paesaggio che si gusta la tradizione delle osmize: tipiche case carsiche che, segnalate da un ramo d’edera appeso alla porta, aprono per pochi giorni offrendo vino, salumi, formaggi e uova sode in un’atmosfera informale e conviviale. Una ritualità che affonda le radici ai tempi dell’Impero Asburgico e che oggi rappresenta un’esperienza autentica, vera, non costruita. (Ph. Vladi Mervic)


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