Ma dove vanno i patrioti ungheresi?
Per chi è appassionato di guerra di spie, questo è un periodo davvero affascinante. Dopo la sonnacchiosa stagione della globalizzazione si è tornati a tempi dinamici, senza le regole che hanno contraddistinto la Guerra Fredda e forse più simile agli anarchici anni Venti e Trenta dello scorso secolo. Lo dimostra l’atteggiamento particolarmente aggressivo di alcune piccole “potenze”. Negli ultimi giorni, tra Ucraina e Ungheria si è consumato un grave caso di spionaggio che ha ulteriormente inasprito i rapporti già tesi tra i due Paesi. E con questo esempio ungherese di revisionismo (dei trattati) sembra proprio di essere tornati a 100 anni fa. Il 9 maggio 2025, il Servizio di Sicurezza ucraino (SBU) ha annunciato di aver smantellato per la prima volta una rete di spionaggio riconducibile all’intelligence militare ungherese nella regione della Transcarpazia, al confine con l’Ungheria, dove vive una significativa minoranza ungherese. L’intelligence militare ungherese è rappresentata dall’Ufficio Militare per le Informazioni (Katonai Felderítő Hivatal, KFH), un servizio incaricato della raccolta, analisi e trasmissione di informazioni rilevanti per la sicurezza nazionale sia all’interno che all’estero. In Ucraina sono stati arrestati due ex militari ucraini: un uomo di 40 anni di Berehove (città a maggioranza ungherese) e una donna: entrambi sono accusati di alto tradimento. Secondo le autorità ucraine, i due passavano informazioni sulle difese aeree e terrestri, sulla presenza di mezzi militari e sulle vulnerabilità della regione all’intelligence ungherese, ricevendo in cambio denaro e strumenti per criptare le comunicazioni. Le indagini avrebbero anche documentato che uno degli arrestati si recava in Ungheria con certificati medici falsi per incontrare i referenti dell’intelligence di Budapest e consegnare i dati raccolti. Oltre alle informazioni militari, la rete avrebbe monitorato le opinioni politiche e il comportamento della popolazione locale, per valutare possibili reazioni in caso di un’ipotetica incursione militare ungherese nella regione. Proprio così, di incursione, ovvero di attacco militare ungherese in caso di un collasso di Kiev, si parla nelle agenzie ucraine… La risposta del governo ungherese non ha tardato ad arrivare, con l’espulsione di due diplomatici ucraini, accusandoli di essere spie sotto copertura e di aver raccolto informazioni riservate dannose per gli interessi nazionali. L’Ungheria ha anche definito le accuse ucraine una “campagna diffamatoria” e ha negato ogni addebito, sostenendo che si tratta di una provocazione orchestrata da Kiev. Le tensioni tra Ungheria e Ucraina sono cresciute negli ultimi anni per varie ragioni: la politica filo-russa del governo Orbán, le resistenze ungheresi in ambito europeo agli aiuti militari occidentali a Kiev, le dispute sui diritti della minoranza ungherese in Transcarpazia e la questione del gas russo al quale gli ungheresi non sembrano voler rinunciare. Ma perché l’Ungheria dovrebbe rivendicare un pezzo di Ucraina? L’attuale Transcarpazia corrisponde in larga parte alla Rutenia sub carpatica che faceva parte del Regno d’Ungheria all’interno dell’Impero austro-ungarico fino al 1918. Questa regione, situata sul versante danubiano dei Carpazi, è caratterizzata da una notevole diversità etnica e culturale, con una presenza storica di ucraini, ruteni, ungheresi, slovacchi e altre minoranze. Dopo la dissoluzione dell’Impero austro-ungarico, la Rutenia subcarpatica venne assegnata alla Cecoslovacchia in seguito al trattato di Trianon del 1920. Rimase parte della Cecoslovacchia fino al 1938, quando, a seguito degli Accordi di Monaco e del Primo Arbitrato di Vienna, la parte meridionale fu annessa dall’Ungheria, mentre il resto fu occupato anch’esso dall’Ungheria un anno dopo. Nel 1944, con l’avanzata dell’Armata Rossa, la regione fu occupata dai sovietici. Sotto forte pressione politica e militare, un’assemblea locale, guidata dai comunisti e sostenuta dall’Unione Sovietica, votò per l’annessione all’Ucraina sovietica. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, la Cecoslovacchia fu costretta a cedere ufficialmente la regione all’Unione Sovietica tramite un trattato firmato il 29 giugno 1945. La Transcarpazia divenne così parte della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina e, dopo il 1991, della moderna Ucraina indipendente.
Torna alle notizie in home