L’Ue torna a chiedere la ratifica del Mes, coro di no dal Parlamento
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri (Cdm) a palazzo Chigi, Roma, 27 settembre 2023. ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/FILIPPO ATTILI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK +++
L’Ue preme: vuole che l’Italia ratifichi il Mes. Giorgetti, all’ultimo Eurogruppo, è finito all’angolo. Hai voglia a spiegarglielo, ai capoccioni Ue: il Parlamento italiano ha già detto no, nemmeno troppo tempo fa: neanche un anno e mezzo fa, a dicembre 2023. Ma loro, niente. Da Dombrovskis a Gramegna, tutti vogliono che l’Italia aderisca al Meccanismo europeo di salvaguardia altrimenti, come ha spiegato lo stesso Gramegna, “nel Mes abbiamo stanziato 68 miliardi di euro per il backstop, per la rete di sicurezza aggiuntiva quindi questi 68 miliardi non potrebbero essere mobilitati se l’Italia non ratificasse ora”. Crisi, chiaramente, delle banche. E fa un po’ sorridere, adesso, questa premura quando proprio le banche italiane, su tutte Unicredit e Intesa San Paolo, macinano utili come se non ci fosse un domani. La politica, chiaramente, si divide. Anzi, si frantuma. Non tanto la maggioranza quanto l’opposizione. Salvini ha detto chiaramente che il Mes non passerà, né oggi né mai. Contrarietà alla ratifica è stata espressa anche da Fratelli d’Italia mentre Forza Italia ribadisce che nell’accordo di maggioranza “non c’è vincolo di maggioranza” e che lo strumento, come ha riferito il portavoce Raffaele Nevi, “va migliorato e reso più attuale”. È dall’altra parte della barricata che la visione si divide e diverge, una volta ancora. Il Pd preme per la ratifica, gli ex gemelli del centro Matteo Renzi e Carlo Calenda ritrovano l’armonia perduta difendendo a spada tratta il Mes e le richieste europee. Ma il M5s ribadisce il suo secco no. E le ragioni per cui il Paese non dovrebbe ratificare il trattato le ha snocciolate Giuseppe Conte. Che, proprio a Bruxelles, ha ricordato di quando, da premier, ebbe forti pressioni: “Vi ricordate, in tutti i modi ci volevamo far prendere il Mes durante la pandemia, a livello interno, anche nella mia stessa maggioranza. Con la stessa Angela Merkel ci fu uno scontro, per cui invitava l’Italia a prenderlo, durante un Consiglio Europeo informale. Ho sempre pensato che, se avessimo preso il Mes non avremmo avuto Next Generation, è chiaro che ci avrebbero accontentato con il Mes”. Per Conte “il trattato non è comunitario, è un accordo intergovernativo, estraneo ai principi democratici Ue: è completamente inattuale nato in una prospettiva di occhiuta vigilanza finanziaria per i Paesi in difficoltà”. Quello che è accaduto, a suo tempo, alla Grecia è ancora nella memoria di tutti. I tagli draconiani alla spesa, le conseguenze drammatiche dei rigoristi della Troika che hanno portato il Paese ellenico alla catastrofe simboleggiata dall’aumento drastico delle morti infantili in quegli anni difficili.
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