Esteri

Trump vola in Qatar: “Donald d’Arabia” incassa ordini e alleanze

di Ernesto Ferrante -


Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è arrivato ieri in Qatar, per la seconda tappa del suo tour di tre giorni nel Golfo, accompagnato dalle polemiche interne dei democratici per l’offerta da parte della famiglia reale qatariota di un Boeing 747 da 400 milioni di dollari, che dovrebbe prendere il posto dell’Air Force One. I “dem” hanno accusato il loro avversario di corruzione e chiesto l’apertura di un’indagine.

Geopolitica e affari si intrecciano nella missione araba del capo della Casa Bianca. “I colloqui con l’Iran sul suo programma nucleare stanno precedendo bene”, ha dichiarato a Doha, nel corso di una cerimonia per la firma di accordi economici a cui ha partecipato anche l’emiro, Tamim bin Hamad Al Thani. “Ho la sensazione che le cose andranno bene con l’Iran”, ha aggiunto il tycoon.

“Penso che dopo la firma di questi documenti raggiungeremo un livello superiore nelle relazioni tra Qatar e Stati Uniti. Quindi volevo solo ringraziarla, signor presidente, per questa visita storica”, ha affermato Tamim bin Hamad Al Thani, dopo aver sottoscritto una serie di ricchi contratti bilaterali, tra cui quello tra Qatar Airways e Boeing.

Donald Trump ha fornito i dettagli del mega ordine di Qatar Airways: 160 aerei dalla Boeing per un valore di oltre 200 miliardi di dollari. “Sono oltre 200 miliardi di dollari, per 160 jet. È fantastico. È un record”, ha detto il capo della Casa Bianca, aggiungendo: “È il più grande ordine di jet nella storia della Boeing. È un ottimo risultato”.

Tensione a distanza con Teheran. Il governo iraniano ha respinto con fermezza le accuse del presidente statunitense che da Riad, 24 ore prima, ha indicato gli iraniani come causa dell’instabilità regionale. Nonostante gli attriti, il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha ribadito la disponibilità dell’Iran a raggiungere un accordo sul programma nucleare.

Durante l’incontro avvenuto nella capitale saudita tra Trump, il presidente siriano Ahmad al-Sharaa e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in video-collegamento, si sono aperte nuove prospettive anche per Damasco.

Il ministro degli Esteri saudita, principe Faisal bin Farhan Al-Saud, ha annunciato che ci saranno molte opportunità di investimento nel Paese dopo la revoca delle sanzioni degli Usa. Bin Farhan ha spiegato che ci sarà una svolta nel sostegno del Regno.

Oggi in Turchia si terrà una riunione tra il Segretario di Stato americano Marco Rubio, il ministro degli Esteri siriano Asaad al-Shaibani e quello turco Hakan Fidan per discutere dell’impegno assunto da Trump.


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