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Garlasco, il giorno cruciale: prelievi Dna e impronte anche a gemelle Cappa, amici, investigatori

di Angelo Vitale -


L’incidente probatorio sul delitto di Garlasco che si tiene oggi a Pavia è un momento cruciale per la riapertura delle indagini sul caso e riguarda principalmente la comparazione del Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi con quello di Andrea Sempio, indagato per l’omicidio. Un procedimento che serve a “blindare” l’utilizzabilità del Dna e a effettuare nuove analisi su reperti ritrovati sulla scena del crimine nel 2007, alcuni dei quali mai analizzati o con esiti dubbi in passato, come un tappetino del bagno, alcune confezioni di tè, yogurt, cereali, biscotti.

I magistrati – così ha deciso la Gip Daniela Garlaschelli – vogliono chiarezza definitiva sulla pista tracciata per le indagini ma pure per evitare polemiche ulteriori sulla eventuale contaminazione della scena del crimine: saranno acquisiti anche i Dna delle gemelle Cappa, di Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi, di Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti, tutti e tre amici di Marco Poggi e Andrea Sempio, oltre a quelli del medico legale e di inquirenti e investigatori della prima inchiesta. Il particolare, nel conferimento dell’incarico ai periti per il maxi incidente probatorio su tutte le analisi genetiche. Una scelta di estensione dei prelievi a queste persone, tutte non indagate, per le comparazioni con le tracce che saranno repertate.  “La difesa di Stasi ha chiesto e ottenuto di estendere la l’acquisizione di Dna ad altri soggetti che frequentavano la famiglia o che potrebbero aver contaminato la scena del delitto. Tra questi vi sono le sorelle Cappa, Marco Panzarasa, carabinieri che hanno indagato in casa, soccorritori, e altri anche per contaminazione indiretta. In tutto una decina di persone, alcune estranee alle indagini. L’acquisizione dei dna non prevede infatti automaticamente che i soggetti vengano indagati”, dicono all’Ansa i legali delle varie parti.

L’elenco delle persone che saranno invitate a fornire il proprio Dna è nutrito: Marco Panzarasa, l’amico con cui Alberto Stasi – condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi – trascorre nel luglio 2007 una vacanza in Inghilterra e che (da alcune foto) tocca il computer di Stasi usato anche dalla vittima; tre amici di Marco Poggi (fratello della vittima) tra cui Mattia Capra e Roberto Freddi (non indagati) di recenti perquisiti nell’inchiesta su Sempio, tre carabinieri e un paio di soccorritori intervenuti subito dopo il delitto del 13 agosto 2007. La ricerca sul Dna riguarda solo i maschi dato che sulle unghie della vittima ci sono due tracce parziali della linea paterna (cromosoma Y) che verranno comparate con quelle consegnate dai nuovi protagonisti (non indagati) in modo volontario o coatto se si oppongono. Le cugine Cappa, le gemelle Stefania e Paola che già hanno messo a disposizione il Dna nelle prima indagine che ha portato alla condanna di Stasi, verranno invece sottoposte all’analisi delle impronte, traccia che potrebbe essere recuperata da alcuni reperti (fruttolo, pacco di biscotti, bottiglietta del tè) mai analizzati dopo il delitto.

Inizieranno il 17 giugno negli uffici della Polizia Scientifica di Milano le analisi disposte dalla Gip. In particolare, saranno acquisiti il Dna delle gemelle Stefania e Paola Cappa, che restano non indagate, Marco Panzarasa, tre carabinieri e alcuni soccorritori che entrarono nella villetta di via Pascoli il 13 agosto 2007. Il tempo concesso agli esperti per dare delle risposte è di 90 giorni, mentre per il 24 ottobre è stata
fissata davanti alla Gip Daniela Garlaschelli l’udienza in cui di discuteranno gli esiti delle analisi.

Tra gli altri esami previsti, anche nuove analisi su un tappetino e sulla spazzatura di casa Poggi. Lo spiega il genetista Marzio Capra, che affianca il legale della famiglia della vittima, Gian Luigi Tizzoni: “I quesiti sono lunghi e complessi – dice ai cronisti -. Saranno fatte delle analisi su reperti mai analizzati o che
hanno dato risultati discordanti. Per esempio, il tappetino del bagno dei Poggi, sul quale c’era una traccia degradata della povera Chiara, e la spazzatura”.

Atto processuale che consente di acquisire prove tecniche in modo definitivo per evitare che possano essere invalidate in futuro, nel caso di Garlasco prevederà la comparazione del Dna di Andrea Sempio con quello trovato sulle unghie di Chiara Poggi, analisi svolte dalla genetista Denise Albani, esperta della Polizia Scientifica e allieva del genetista Emiliano Giardina, l’analisi delle impronte digitali non attribuite all’epoca, con il coinvolgimento del perito dattiloscopico Domenico Marchigiani, l’esame di altri reperti biologici e materiali trovati sulla scena del crimine o nelle perquisizioni recenti, compresi oggetti recuperati giorni fa nel canale di Tromello, la possibile analisi dei “para-adesivi” delle impronte trovate nella villetta di Garlasco per estrarre Dna.

La genetista Denise Albani della Polizia Scientifica, in particolare, sarà incaricata di rivalutare le analisi del 2014 a suo tempo svolte per il delitto di Garlasco da Francesco De Stefano, il perito dattiloscopico Domenico Marchigiani si occuperà delle impronte digitali. La Procura di Pavia coordinerà le indagini con il giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli che ha autorizzato l’incidente probatorio.

La Procura di Pavia lavora sull’ipotesi che Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, possa essere coinvolto nell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, in concorso con altri o come esecutore materiale, basandosi su tracce di Dna maschile trovate sulle unghie della vittima e su impronte non attribuite fino ad ora. La tesi difensiva di Sempio sostiene che il suo Dna sia finito lì perché usava la tastiera del computer di casa per giocare ai videogiochi.


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