Cronaca

Garlasco, il Supertestimone a Le Iene: “18 anni fa non ci fu la volontà di ascoltare”

di Roberta Rizzo -


Garlasco, il Supertestimone a Le Iene: “18 anni fa non ci fu la volontà di ascoltare”

Nel servizio andato in onda martedì 20 maggio su Italia 1, a cura di Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese per Le Iene, sono stati presentati documenti inediti sul delitto di Garlasco. Al centro della puntata, la testimonianza di un uomo identificato con il nome fittizio di “Carlo” e alcune registrazioni vocali e telefoniche mai diffuse prima, legate alla famiglia Cappa e alla madre di Andrea Sempio, recentemente indagato nel caso.

“Carlo” racconta di aver incontrato in ospedale, poco dopo l’omicidio di Chiara Poggi, una donna di Tromello che abitava vicino alla nonna materna delle gemelle Cappa. Questa donna gli avrebbe riferito di aver visto Stefania Cappa, cugina di Chiara, entrare agitata in una vecchia casa con un borsone pesante. “Carlo” precisa che, contrariamente a quanto riportato in passato, non ha mai parlato di un alare da camino e che le gemelle non erano mai state viste lì prima. Secondo lui, questa testimonianza è rimasta ignorata perché “non c’era volontà di ascoltare”. L’uomo ha inoltre riferito di aver annotato tutto su dei taccuini, custoditi nel tempo per non dimenticare.

Un altro elemento rilevante, oltre al Supertestimone, riguarda alcune telefonate intercettate tra la madre di Andrea Sempio e l’inviato delle Iene. Prima che l’inchiesta su suo figlio diventasse pubblica, la donna contattò la redazione de Le Iene per cercare di scagionarlo. Nell’audio si ascolta la madre accusare l’avvocato Tizzoni, legale della famiglia Poggi, di aver fatto trapelare documenti riservati al difensore di Sempio. Ha anche citato una presunta testimone che avrebbe assistito a un litigio tra Chiara e una cugina il giorno prima del delitto, ma che non parlò mai con le autorità.

Infine, sono stati trasmessi alcuni messaggi vocali di Paola Cappa, sorella di Stefania e cugina di Chiara. Nonostante le voci su un presunto SMS in cui Paola avrebbe scritto: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”, nel materiale fornito da un ex amico della ragazza, questo messaggio non risulta. Nei vocali, Paola afferma: “Non ho mai aperto bocca, ma arriverà il giorno in cui parlerò. Voglio essere pagata fior di milioni… e dirò tutto”. In un altro audio, descrive come vorrebbe presentarsi in Procura: “Tacco 12 sempre e quel cappotto lungo nero da 1.400 euro”.

Il servizio ha riaperto molti interrogativi sul caso.


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