Attualità

Colmare le divisioni nella Chiesa, una delle missioni di Leone XIV

di Andrea Canali -


Si è celebrata, domenica scorsa, alla presenza di oltre 250 mila fedeli e leader politici provenienti da tutto il mondo, in una Piazza San Pietro adornata con stile sobrio ed elegante, la messa di intronizzazione di Papa Leone XIV. Sicuramente una cerimonia antica ed importante quella che ha segnato l’inizio formale del suo pontificato, preceduta dal giro in piazza a bordo della papamobile al fine di salutare i numerosi fedeli presenti. Nella solenne incoronazione si è avuta la sostituzione della Tiara, abolita già da Paolo VI nel 1964, con la Mitria vescovile, confermando la volontà di fornire al mondo esterno un’immagine della Chiesa universale più essenziale e meno legata all’ostentazione del potere temporale fine a sé stesso archiviando, in tal senso, quei retaggi appartenenti ad un passato ormai superato dalla storia. Nonostante ciò tale rito rimane carico di simbolismi e capace, ancora oggi, di coniugare la tradizione con la modernità. Ovviamente vi è stata anche la presenza del Pallio e dell’Anello del pescatore, i quali richiamano simboli antichi e precisi che affondano le radici nei secoli e nella storia della Chiesa. Dallo stile dell’attuale Pontefice emergono semplicità e prossimità le quali, nella consapevolezza di essere sempre più vicini ai bisognosi e ai poveri, devono orientare la bussola verso l’unità dei credenti, mettendo Gesù al centro. Tutto questo traspare, in maniera molto chiara, soprattutto dal motto deciso dal Pontefice.
Calandosi nella dinamiche dello svolgimento della cerimonia ricordiamo che sono stati tre i momenti principali della stessa: l’imposizione del Pallio (una striscia di lana bianca che simboleggia il ruolo pastorale del vescovo di Roma e lo spirito del buon pastore che porta sulle spalle le pecore smarrite); la consegna dell’Anello del pescatore (emblema della missione apostolica che unisce autorità e servizio, memoria concreta del legame con San Pietro e della responsabilità di guidare la Chiesa universale) insieme a quello dell’Omelia del Santo Padre. Quest’ultimo era un momento molto atteso, in cui Leone XIV ha toccato le linee guida del suo pontificato passando in rassegna alcuni dei temi a lui più cari come la crisi migratoria, il dialogo tra religioni, l’ascolto dei poveri e degli emarginati. Le suesposte tematiche hanno caratterizzato profondamente il suo lungo impegno in America Latina, in particolare in Perù. Al termine della celebrazione si è tenuto il tradizionale scambio di saluti con le autorità e le delegazioni diplomatiche accorse a Roma per rendere omaggio al primo atto ufficiale del nuovo pontificato. A margine di tale sipario, un curioso quanto piacevole fuori programma ha rotto il protocollo ufficiale previsto per tale evento: Papa Prevost, nell’incontrare il fratello maggiore venuto anch’egli a rendergli omaggio, lo ha abbracciato in maniera calorosa, sottolineando quanto sia importante per lui il valore della famiglia e degli affetti più veri e sinceri.
Al termine della cerimonia è iniziato in maniera ufficiale il pontificato di Leone XIV. Egli, dopo le stagioni di Ratzinger e Bergoglio, avrà molte sfide da affrontare, in quanto trova una Chiesa divisa al suo interno. Soprattutto, dovrà affrontare l’impellente crisi economica che attanaglia le casse vaticane le quali versano, da anni, in uno stato di profondo rosso. Dovrà anche continuare la stagione delle riforme avviate da Francesco dalle quali, in maniera molto difficile, si possa ragionevolmente pensare di tornare indietro, almeno su alcuni temi. Ove possibile evitando gli strappi che hanno caratterizzato l’ultima parte del governo di Bergoglio, i quali a volte hanno disorientato parte della Curia e di fedeli. Prevost, dal canto suo, sembrerebbe avere sia l’esperienza necessaria per governare la Chiesa in questi tempi difficili, con una serenità e uno spessore umano da alimentare fiducia, dialogo e l’ascolto del suo agire, unite ad un giusto e sano decisionismo, come confermato dal suo ruolo divenuto centrale, per il raggiungimento della pace tra Ucraina e Russia, che ci auguriamo arrivi presto.


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