Cultura & Spettacolo

Dove (non) osano (più) le cicogne, c’è il cinema di Fausto Brizzi

di Riccardo Manfredelli -


Angelo (Angelo Pintus) e Marta (Marta Zoboli) sono sposati da anni. Lui maestro elementare, che trasforma ogni interrogazione nella puntata di un quiz, lei psicoterapeuta, desiderano un figlio a tutti i costi. Su consiglio dell’amico Andrea (Andrea Perroni) si recano in Spagna e qui fanno la conoscenza di Luz (Beatrice Arnera) “ragazza alla pari” che appare sin da subito come la persona perfetta per realizzare il loro sogno. Ma mantenere un segreto così ingombrante per nove mesi non sarà facile, tra pance finte comprate su internet, una levatrice “naturista” esperta nella sottile arte del ricatto, un ex fidanzato violento e un suocero, ex colonello dei Carabinieri, dal radicato e incrollabile senso di giustizia.
Con “Dove osano le cicogne”, film diretto da Fausto Brizzi in sala ad inizio anno e disponibile on-demand su Netflix dallo scorso 16 aprile 2025, la Tramp Limited, casa di produzione già dietro ai maggiori successi di Ficarra e Picone, conferma la strada intrapresa con “Santocielo” del duo di comici siciliani, riportando la commedia al suo obiettivo più essenziale e precipuo: non tanto far ridere rumorosamente e sguaiatamente di un riso fine a se stesso, ma far riflettere, puntando sulla leggerezza, su temi che animano e polarizzano il dibattito pubblico contemporaneo.
In “Dove osano le cicogne” la questione è di quelle scottanti, la gestazione per altri, tanto più se consideriamo che la pellicola (scritta da Brizzi e Pintus con Herbert Simone Paragnani e Gianluca Belardi) è arrivata al cinema quasi in contemporanea con l’approvazione definitiva in Italia della legge che riconosce nella cosiddetta “maternità surrogata” un reato universale, vale a dire perseguibile anche se una coppia italiana la pratica all’estero (in un Paese in cui la gpa è considerata reato), e punibile con la detenzione da tre mesi a due anni e il pagamento di una multa tra 600.000 e un milione di euro. Tra commedia e spy-story in pasta da zucchero, “Dove osano le cicogne” brilla soprattutto per l’interpretazione di Beatrice Arnera, alle prese con il catalano: «Per un momento ho vacillato, non ero convinta di riuscire a parlarlo bene», ha raccontato l’attrice, che sul set di Brizzi è arrivata da neo-mamma di Matilde («E’ stata tostissima, allattavo al trucco, ma ho trovato un grande sostegno»), avuta dal compagno e comico dei PanPers Andrea Pisani, «mi ha aiutato molto una mia amica catalana, con cui a un certo punto ho cominciato a scambiare degli audio su Whatsapp solo in catalano».
Nel cast di “Dove osano le cicogne” segnaliamo inoltre un sorprendente Andrea Perroni, nei panni di un migliore amico che non è certo campione di tatto ma comunque insostituibile, “risarcito” del flop di “Binario 2” il morning-show di Raidue pensato per sostituire Viva Rai2! di Fiorello.
Patrimonio comune ad Italia e Spagna, è sempre un’emozione poter riascoltare la voce di Raffaella Carrà: il momento-musical sulle note di “Ballo, Ballo” in chiusura del film, che fino all’ultima sequenza non lesina i colpi di scena, è irresistibile e imperdibile.
E a proposito di canzoni, una chicca dal web: Pisani e Arnera sono diventati virali su TikTok con la parodia de “Il filo rosso”, hit di Alfa da oltre 100.000 copie vendute, che racconta la loro nuova e stravolta quotidianità da genitori.


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