Esteri

Iran e Stati Uniti tornano a trattare a Roma sul nucleare

di Redazione -


Iran e Usa tornano al tavolo dei negoziati a Roma per tentare un nuovo compromesso sul programma nucleare iraniano. I colloqui, giunti al quinto round e mediati dall’Oman, vedono coinvolti il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi e l’inviato speciale per il Medio Oriente del presidente Donald Trump, Steve Witkoff. Tuttavia, le prospettive di successo appaiono incerte, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni della Guida Suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, secondo cui un nuovo accordo potrebbe essere “impossibile” a causa di “linee rosse inconciliabili” già emerse nei precedenti incontri. I colloqui si svolgono formalmente in modo indiretto, secondo Teheran, ma fonti statunitensi hanno confermato contatti diretti, in particolare durante il recente vertice dell’11 maggio in Oman. Sul tavolo resta la questione centrale dell’arricchimento dell’uranio: Washington spinge per un programma nucleare civile iraniano senza possibilità di arricchimento, una condizione ritenuta inaccettabile da Teheran. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha definito l’obiettivo “ambizioso” e riconosciuto che arrivare a un’intesa sarà “estremamente difficile”. Il contesto diplomatico si fa ancora più complesso con l’ingresso nella trattativa di Israele. A Roma saranno presenti anche il ministro israeliano per gli Affari strategici, Ron Dermer, e il direttore del Mossad, David Barnea. I due incontreranno Witkoff per coordinare le posizioni e ricevere aggiornamenti in tempo reale sull’andamento dei colloqui. La loro presenza riflette l’attenzione di Tel Aviv su un possibile accordo tra Iran e Usa che, secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, è stato oggetto di una recente telefonata tra Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha fatto sapere che il presidente americano ritiene che i negoziati “stiano andando nella giusta direzione”. Ma le tensioni restano alte. Khamenei ha definito “eccessive e oltraggiose” le richieste americane relative alla cessazione dell’arricchimento. Inoltre, Teheran rifiuta di discutere del proprio programma missilistico e chiede garanzie giuridicamente vincolanti affinché gli Stati Uniti non si ritirino nuovamente da un eventuale accordo, come avvenuto nel 2018 con l’uscita unilaterale dell’amministrazione Trump dall’intesa del 2015. A complicare ulteriormente la situazione, un report della CNN ha parlato di possibili attacchi israeliani contro siti nucleari iraniani. Araqchi ha avvertito che, in caso di attacco, Washington sarà ritenuta “legalmente responsabile”. Un clima di sfiducia e sospetti reciproci che rischia di minare i già fragili progressi diplomatici.


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