Attualità

PRIMA PAGINA – Trump disunisce l’Europa

di Giovanni Vasso -


L’Europa, dice Romano Prodi, deve trattare con gli Usa “tenendo il bastone dietro le spalle” ma la mazzata, a Bruxelles e all’Ue, gliela rifila proprio Donald Trump. Una botta pesantissima che potrebbe sfilacciare ciò che resta dell’Unione europea. Poche parole, di fuoco, sono bastate a incendiare la giornata: “L’Unione europea, creata principalmente per approfittarsi degli Stati Uniti nel commercio, è diventata molto difficile da gestire – ha scritto il presidente americano -. Le sue possenti barriere commerciali, l’Iva, le sanzioni aziendali assurde, le barriere non tariffarie, le manipolazioni monetarie, le cause ingiuste contro imprese americane e altro ancora hanno portato a un deficit commerciale con gli Usa di oltre 250 miliardi di dollari l’anno, una cifra del tutto inaccettabile”. E dal momento che i negoziati con Bruxelles “non portano a nulla”, è giunta l’ora, di issare il ponte levatoio: “Consiglio di applicare un’imposta diretta del 50% sull’Unione europea, a partire dal primo giugno 2025”. Manco il tempo di spedire il messaggio via social e le Borse si sono depresse. Milano ha ceduto, immediatamente, tre punti percentuali. Parigi è crollata: -2,4%, come Francoforte (-2,2%). Male, malissimo, pure Wall Street che ha aperto in calo, inaugurando la brutta giornata, di Apple. A cui Trump ha promesso un dazio personalizzato del 25% se non produrrà Iphone in America: Cupertino ha perso, pronti via in Borsa, 100 miliardi di capitalizzazione.

A Bruxelles, l’annuncio di Trump è stato uno schiaffo. Ci si trincera dietro un offeso no-comment che nasconde, però, un problema ben diverso: non hanno ancora capito, alla Commissione Ue, che vuole Trump. O, almeno, questo è il messaggio che viene veicolato. I più scaltri, poi, lasciano intendere che si tratti di una manovra per alzare il prezzo in vista della telefonata, già calendarizzata, tra il commissario Ue Maros Sefcovic e il rappresentante americano al commercio Jamieson Greer. In fondo, Trump non è nuovo a questa strategia: alza il prezzo proprio prima di giungere a un appeasement. Un’idea che pare confermata da quanto ha riferito, a Fox News, il segretario Usa al Commercio Scott Bessent secondo cui le parole del tycoon sarebbero finalizzate ad “accendere un fuoco sotto l’Ue” poiché “frustrato” dall’andamento dei negoziati. Ma nemmeno lui, Bessent, ha troppa fiducia nelle controparti europee: “L’Ue ha un problema di azione collettiva. Si tratta di 27 paesi, ma sono rappresentati da un unico gruppo a Bruxelles. Quindi, alcune delle reazioni che ho ricevuto indicano che i paesi sottostanti non sanno nemmeno cosa sta negoziando l’Ue per loro conto”. E quindi fa un distinguo pesante: “Ci sono 18 importanti accordi commerciali che dobbiamo concludere. Mi occupo principalmente dell’Asia. E quel gruppo ha portato avanti alcune proposte molto interessanti, stanno negoziando in buona fede, abbiamo già firmato un accordo con il Regno Unito, i negoziati con l’India sono a buon punto: ad eccezione dell’Ue, la maggior parte sta negoziando in buona fede”. Game, set, match: il messaggio che arriva dall’America è chiaro, Trump sembra puntare a scardinare l’Europa di Bruxelles. E non sarebbe proprio una novità dal momento che, fin dalla sua campagna elettorale, ha riservato parole al veleno all’Ue. O, nella migliore delle ipotesi, per gli “amici” americani l’Ue sta tirando la corda. Ma non è in condizioni di farlo fino in fondo. E i motivi, a Bruxelles, li sanno fin troppo bene dal momento che glieli ha ripetuti nei giorni scorsi anche Mario Draghi. Berlino non ci sta: “Credo che tali tariffe non aiuteranno nessuno e danneggeranno solo lo sviluppo economico di entrambi i mercati”, ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul. Il governo italiano non rilascia commenti sulle parole del presidente Usa e con il vicepremier Antonio Tajani ribadisce che Roma è in contatto con l’Ue: “Ho avuto una lunga telefonata con Sefcovic parlando anche di contenuti, di quello che è la nostra linea, quella di arrivare ad un accordo. Nessuna guerra commerciale, l’obiettivo è sempre quello zero dazi”. L’opposizione, invece, attacca a testa bassa. Matteo Renzi, dopo aver difeso la globalizzazione e deplorato “l’odio di Trump per l’Europa” se la prende con Meloni: “Ma quale ponte? In politica estera non conta nulla”.  Confindustria, piuttosto che perdersi in chiacchiere, ribadisce che la soluzione è altrove: “La strada da seguire è la diversificazione”, ha affermato Maria Anghileri, presidente dei Giovani industriali all’Adn Kronos: “Noi dobbiamo fare sinergia perché se anche i Paesi Ue a noi vicini vanno bene si genera un effetto positivo per tutti”.


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