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Luigi Negrelli, il padre del Canale di Suez

di Pasquale Hamel -


Luigi Negrelli, il padre del Canale di Suez

Il 17 novembre 1869, mentre risuonavano le note della l’Egyptischer-Marsch (Marcia Egizia), composta per l’occasione dal grande Johan Straus jr. mentre, in pompa magna e alla presenza dell’imperatrice Eugenia, consorte di Napoleone III, veniva inaugurato il Canale di Suez, un miracolo di ingegneria, con un percorso di 164 km per 8 metri di profondità che aveva fatto uso di tratti scavati artificialmente sfruttando lo specchio acqueo naturale dei Grandi Laghi Amari. Una via marittima che avrebbe ridisegnato completamente l’architettura delle comunicazioni mondiali facendo del Mar Rosso una delle principali arterie dell’economia mondiale e uno dei punti strategicamente più rilevanti del pianeta. Un’opera, e il pensiero va al tanto contrastato ponte sullo Stretto, che aveva suscitato molte perplessità sulla sua reale fattibilità e molte resistenze nell’immobile mondo islamico.  Un progetto che, pochi lo sanno, portava la firma di quello che veniva considerato forse il più importante tecnico del tempo. Si trattava, infatti, dell’ingegnere Luigi Negrelli, di famiglia genovese ma nato a Primiero, in provincia di Trento, trasferitosi all’età di diciannove anni a Innsbruck e, quindi, a Vienna dove diviene il deus ex machina del settore dei lavori pubblici dell’impero austro-ungarico tanto da essere stato gratificato, per i suoi meriti, del titolo nobiliare di “signore di Moldelba”. La genialità di Negrelli balza subito in evidenza visto che, già nel 1822, ad appena 21 anni supera l’esame di stato previsto dall’ordinamento universitario imperiale, per esercitare la professione di ingegnere. Riceve proposte da varie università ma, all’insegnamento preferisce l’attività pratica, si occupa infatti di diverse opere nella parte occidentale, soprattutto quella italiana, del territorio dell’imperial-regio governo. Diventa un espertissimo costruttore di ponti di ferro. A lui si devono tecniche sperimentali nella lavorazione del ferro. I suoi interessi ben presto, tuttavia, si concentrano nella realizzazione di opere idrauliche. Proprie queste sue competenze gli conciliano l’affidamento di quelle opere ingegneristiche necessarie alla regolazione del fiume Reno nel tratto in cui lo stesso segna il confine tra il Vorarlberg e la Svizzera. Nel 1829, quando a 30 anni sposa Amalia von Pirkenau – un matrimonio purtroppo poco felice – è già una celebrità internazionale tanto che viene chiamato in Svizzera, in Francia, in Belgio e, perfino, nel Regno unito dove, sul piano tecnico, collabora attivamente alla realizzazione di molte tratte ferroviarie. Verso la fine degli anni Trenta, comincia ad appassionarsi al progetto di realizzazione del Canale di Suez, idea che aveva già suscitato, nel corso della sua spedizione in Egitto, l’interesse di Napoleone Bonaparte idea che, tuttavia, era naufragata dopo i risultati di uno studio approssimato dell’ingegnere J.M. Lepère. Tale studio ne escludeva la fattibilità a causa di un presunto dislivello della massa d’acqua di circa dieci metri del Mediterraneo rispetto a quella del mar Rosso. La realizzazione del canale – divenuto tema importante nei rapporti di potere fra le potenze – aveva particolarmente appassionato l’allora cancelliere del Reich Klemens Von Metternich che ne aveva discusso con lo stesso Negrelli. Fu proprio Metternich a volere Negrelli come componente del pool di ingegneri, tecnici e scienziati vari che facevano parte della Société d’études du Canal de Suez. La competenza e le qualità tecniche del Negrelli furono molto apprezzate tanto da essere prescelto come unico redattore del progetto che, possiamo dire, l’opera della sua vita. Il progetto ebbe il via libera dopo tutta una serie di complesse procedure e di complicati accordi diplomatici che videro, come protagonista, l’ambasciatore francese Ferdinand de Lesseps. Lesseps riuscì, infatti, a superare “lacci e lacciuoli” che la burocrazia ottomana del Khedivé d’Egitto, Said Pascià, aveva opposto alla sua realizzazione. Negrelli poteva, dunque, essere soddisfatto, si aspettava dunque che gli fosse assegnata la direzione dei lavori. Un desiderio mortificato da interessi e invidie accentuato, anche in questo caso lo sciovinismo era stato determinante, dal fatto che la realizzazione doveva essere opera francese. La costruzione del canale prese il via il 25 aprile 1859 e ci vollero dieci anni per realizzare questa, per quel tempo, strabiliante opera. La direzione dei lavori venne affidata allo stesso Ferdinand de Lesseps (il diplomatico francese che ottenne la concessione di 99 anni dall’apertura) che si ritrovò così a coordinare circa un milione e mezzo di operai egiziani. Purtroppo, molti di loro (125 mila), purtroppo, morirono durante la costruzione a causa di un’epidemia colera. Negrelli, che intanto era rientrato a Vienna, non vide la realizzazione di quella che considerava una sua creatura perché il 1° ottobre del 1858, due anni prima dell’unità d’Italia, lasciava questo mondo.


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