Attualità

GRAVI INDIZI DI REATO – Carol Maltesi, vittima dell’assassino e di una giustizia ambigua

di Francesca Petrosillo -


Carol Maltesi, giovane madre di 26 anni, conosciuta sul web come Charlotte Angie, viene brutalmente uccisa l’11 gennaio 2022 a Rescaldina (Milano). La sua carriera come performer su OnlyFans, nota piattaforma per adulti, le procura un’ampia visibilità, ma anche relazioni complesse, tra cui quella con Davide Fontana, bancario di 44 anni. Quel giorno fatale, Fontana, fingendosi un cliente tramite un falso profilo social, richiede dei contenuti con la presenza di “Dave” (nome fittizio usato da Fontana sulla piattaforma OnlyFans). Durante le riprese di un video erotico, approfitta della situazione: la lega, la imbavaglia e le copre il volto con un cappuccio. Poi, in un gesto di folle violenza, la colpisce ripetutamente alla testa con un martello e le taglia la gola. Dopo l’omicidio, Fontana seziona il corpo di Carol e lo conserva in un freezer per circa tre mesi. Solo a marzo decide di disfarsi dei resti, abbandonandoli in un burrone a Borno, in provincia di Brescia.
La scoperta del delitto sconvolge l’opinione pubblica. Nel giugno 2023, il processo di primo grado davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio si conclude con una condanna a 30 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere. Tuttavia, la sentenza non riconosce le aggravanti di premeditazione e crudeltà. Nelle motivazioni, i giudici descrivono Carol come “giovane e disinibita”, suggerendo che Fontana si sia sentito rifiutato e manipolato da lei. Questo approccio, che appare come una parziale giustificazione, provoca indignazione e accuse di colpevolizzazione della vittima. Nel febbraio 2024, la Corte d’Assise d’Appello di Milano ribalta la sentenza di primo grado, riconoscendo le aggravanti e condannando Fontana all’ergastolo. I giudici sottolineano che l’omicidio è premeditato e caratterizzato da una crudeltà estrema, motivata dal desiderio di punire Carol per la sua indipendenza personale ed economica. Descrivono l’omicidio come un’azione pianificata nei minimi dettagli, paragonandolo a una macabra messinscena, un “osceno set cinematografico” in cui Carol Maltesi diventa l’oggetto della furia omicida. Nonostante la pena definitiva, nel settembre 2023, la Corte d’Assise di Busto Arsizio consente a Fontana di partecipare a un programma di giustizia riparativa, come previsto dalla riforma Cartabia. Tale percorso, pur non modificando la condanna all’ergastolo, mira a ricostruire un rapporto tra il reo e la comunità, ma non tra l’assassino e i familiari della vittima. Questa decisione solleva aspre critiche, in particolare dai parenti di Carol e dalle associazioni contro la violenza sulle donne, che giudicano il provvedimento inopportuno e doloroso. L’omicidio di Carol Maltesi continua a rappresentare un caso emblematico di violenza di genere, sollevando domande sull’adeguatezza della risposta giudiziaria italiana. La sentenza di secondo grado viene vista come un passo avanti verso il riconoscimento della gravità del crimine, ma le polemiche legate alla giustizia riparativa dimostrano quanto il percorso verso una piena tutela delle vittime sia ancora lungo e complesso.


Torna alle notizie in home