Favori sessuali in cambio di protezione: una prostituta accusa le forze dell’ordine
Due carabinieri e un agente di polizia in servizio a Siracusa sono stati arrestati su disposizione della Procura della Repubblica con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità: favori sessuali. Secondo le indagini, i tre avrebbero approfittato del proprio ruolo istituzionale per ottenere prestazioni sessuali da una donna dedita alla prostituzione, in cambio di “protezione” o trattamenti di favore relativi a una vicenda giudiziaria e a problematiche di vicinato. Le richieste di prestazioni sessuali sarebbero state fatte promettendo favori e interessamenti in ambito giudiziario. Un’indagine che è partita a gennaio, dopo che la donna si è presentata in commissariato per ritirare una querela e ha denunciato i fatti. I tre sono stati ora posti agli arresti domiciliari e sospesi dal servizio mentre le indagini proseguono per accertare eventuali ulteriori responsabilità.
Una vicenda scabrosa ancora tutta da chiarire che, intanto, ha registrato – come sempre peraltro accade – la collaborazione delle forze dell’ordine coinvolte: sono stati infatti poliziotti e carabinieri a mettere in esecuzione le misure degli arresti domiciliari a carico dei tre indagati e a contribuire a fare almeno iniziale luce sui fatti, tanto da convincere i magistrati a richiederle e a disporle.
Un fenomeno, quello della corruzione negli apparati di polizia del nostro Paese, che è da tempo pure monitorato e studiato statisticamente. Le forze dell’ordine sono, per esempio, uno degli otto settori chiave che sono stati al centro del report “La corruzione in Italia. Anno 2022-2023” pubblicato dall’Istat il 6 giugno dell’anno scorso.
Il documento ha letto il numero di famiglie (cittadini tra 18 e 80 anni) coinvolte in dinamiche corruttive – chiedendo agli intervistati se a loro stessi o a un familiare convivente sia stato suggerito o richiesto di pagare, fare regali o favori in cambio di facilitazioni per avere un servizio o un’agevolazione – ovvero a conoscenza indiretta di casi di corruzione. Per le forze dell’ordine è emerso che è stato lo 0,4% delle famiglie che, rivolgendosi ad esse nel corso della vita, ha avuto richieste più o meno esplicite di denaro, regali o altro per avere facilitazioni, ottenere ciò di cui avevano bisogno o per avere un occhio di riguardo (circa 16mila su 4 milioni 426mila).
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