Cervia, uccisa in spiaggia nel cantiere abusivo: “Lavori irregolari”
La tragica fine dell’insegnante in pensione vicentina Elisa Spadavecchia, travolta e uccisa sabato sulla spiaggia romagnola di Pinarella di Cervia verso le 11 mentre fotografava il mare col telefonino, pone davvero tanti interrogativi. Il primo è come una ruspa di quelle dimensioni potesse movimentare la sabbia con i bagnanti a pochi passi senza che fossero state prese delle precauzioni come in un normale cantiere, segnalando la presenza dei mezzi per la movimentazione della terra. Il secondo, sollevato dal sindaco Mattia Missiroli, è che “i lavori non erano autorizzati” e di conseguenza erano abusivi. Il terzo è che l’impresario Lerry Gnoli (nella foto) non avrebbe potuto guidare la ruspa perché nel 2022 gli era stata revocata la patente dopo un incidente stradale in cui aveva causato la morte di un anziano per la quale aveva subito un procedimento penale per omicidio stradale. Sullo sfondo della tragedia, che colpisce in maniera particolare il generale dei carabinieri in pensione Giovanni Sfregola, già comandante provinciale dei carabinieri di Vicenza, marito di Elisa, è se quel tipo di lavori vengono svolti con le stesse modalità sulle spiagge italiane dopo le mareggiate. Perché non c’è dubbio che Gnoli non era intervenuto di spontanea volontà al bagno 70 per sistemare l’arenile. La pm Lucrezia Ciriello che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo nel quale per adesso è iscritto il solo Gnoli, 54 anni, assistito dall’avvocato Vittorio Manes, l’altro giorno ha eseguito un minuzioso sopralluogo con i carabinieri per capire bene lo stato di quello che di fatto era diventato un cantiere, visto che una ruspa stava eseguendo dei lavori e dovevano essere rispettate le normative sui luoghi di lavoro. Per questo motivo non ci sarebbe da stupirsi se l’inchiesta potesse allargare il perimetro delle presunte responsabilità. “Trovo inaccettabile – accusa duro il sindaco Missiroli, che tutela anche l’immagine della nota località turistica – che una ruspa sulla spiaggia lavori alle 11 del mattino con i bagnanti attorno”. Questo rilievo è fatto proprio dalla maggior parte delle persone che si occupa della disgrazia, cui dà ulteriore voce Caterina Fedi, parente di Giuseppe Quercioli, che tre anni fa era stato investito mortalmente sempre da Gnoli. Un terrificante sequel di cronaca nera che fa dire alla nipote della prima vittima “com’è stato possibile che chi ha già distrutto una famiglia con la propria irresponsabilità possa averlo potuto rifare con questa dinamica assurda”. Già, anche perché non è raro vedere le ruspe sulle nostre spiagge, soprattutto dopo le mareggiate intente a sistemarle. Se a Cervia la Cooperativa dei bagnini per bocca dei suoi rappresentanti spiega che di regola quel tipo di manutenzione è fatta prima della stagione, e in caso di necessità si interviene di mattino presto proprio per evitare la presenza di persone. Come spesso capita nel nostro Paese è necessario che accada la tragedia per sollevare tutta una serie di interrogativi cui darà risposta l’autorità giudiziaria e, di conseguenza, far intervenire chi di dovere per ribadire le regole che devono essere rispettate e fatte rispettare come in un qualsiasi luogo di lavoro e svago. Come diventa una spiaggia durante la stagione balneare. Con la particolarità che l’arenile vicino all’acqua è demaniale, come nel luogo in cui la povera docente in pensione è passata dalla serenità di un fine settimana di svago al mare con il marito e gli amici di una scuola di danza con i quali era solita concludere la stagione con una gita, al dramma che ha coinvolto non solo la realtà balneare ravennate. “Era un’insegnante molto conosciuta e apprezzata – spiega addolorata Carmela Maresca, sindaca di Creazzo, il paese dell’hinterland di Vicenza dove risiedeva la vittima col marito, e dove abita una delle due figlie -. Era in pensione da qualche anno e da soli tre mesi era diventata nonna. Potete immaginare quanto fosse contenta e viveva questa stagione della vita serena e felice col marito Giovanni. Una coppia molto affiatata. Vedevo Elisa spesso in piazza con la sua bicicletta e il suo sorriso contagioso. Quello che purtroppo è accaduto è davvero incredibile”. E “inaccettabile”, per ribadire le parole del sindaco Missiroli di Cervia, anche perché chiama in causa la sicurezza sulle spiagge del nostro Paese affinché la morte di Spadavecchia sia da monito per tutti gli operatori degli stabilimenti balneari, viste le decine di milioni di persone che annualmente li frequentano e che non pensano certo di potere morire travolti da una ruspa mentre guardano il mare.
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