Mazzetta Capitale, appalti truccati: smantellato cartello di “Mister Asfalto”
Un cartello di società per pilotare le gare, in un sistema di tangenti volte a corrompere i funzionari e truccare gli appalti per le strade della Capitale. Così sfrontato da elargire mazzette anche a due poliziotti per sottrarsi a una multa. Il sodalizio corruttivo è stato sgominato ieri dalla Guardia di Finanza, con un blitz che ha portato in cella “Mister Asfalto”, l’imprenditore Mirko Pellegrini, considerato a capo dell’associazione per delinquere e già finito, nei mesi scorsi, in un’inchiesta analoga della Procura di Roma sulla frode nella manutenzione delle strade della città, anche per il Giubileo. Oltre a Pellegrini, sono stati raggiunti da ordinanze cautelari, ma non in carcere, altre quattro persone, ovvero il fratello Simone Pellegrini e gli imprenditori Flavio Verdone, Roberto Filipponi e Alessandro Di Pietrantonio. Sono invece 17 le società colpite dalla misura interdittiva del divieto di contrarre con la Pubblica amministrazione. Le accuse vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, dalla turbata libertà degli incanti alla frode nelle pubbliche forniture, dal trasferimento fraudolento di valori alla bancarotta fraudolenta. Un impianto accusatorio pesante, che delinea, tra l’altro, la centralità dell’imprenditore arrestato all’interno del presunto sodalizio criminoso, che avrebbe costituito una serie di società intestate a prestanome, ma tutte riconducibili a un unico gruppo imprenditoriale del settore dei lavori della manutenzione stradale. Attraverso queste società “cartiere”, l’organizzazione si sarebbe quindi organizzata, in quel sistema di tangenti e promesse corruttive, per conseguire illecitamente i contratti d’appalto, banditi da Roma Capitale e da Astral Spa – Azienda Strade Lazio, di diverse opere, tra cui il rifacimento di arterie stradali di Grande Viabilità. Il gruppo avrebbe inoltre lucrato illecitamente dalle gare grazie a “fraudolenti risparmi di spesa e falsa documentazione contabile”, sostengono i finanzieri, nonché attraverso la frode, messa in atto usando asfalto sottile. Escamotage, questo, già contestato nell’inchiesta di pochi mesi fa, quando gli inquirenti hanno certificato come al posto dei 5 centimetri di tappetino di asfalto, le imprese di Pellegrini ne stendevano poco più della metà e concordavano i controlli a campione dei tecnici nei pochi punti in cui veniva impiegata la giusta quantità di materiale. Una serie di gravi condotte che il gip di Roma, Flavia Costantini, ha delineato nel dettaglio, sottolineando che l’associazione per delinquere “programmaticamente opera come un cartello di imprese diretto, in modo univoco stabile e organizzato, a condizionare la libera concorrenza nelle gare pubbliche, determinando l’aggiudicazione degli appalti, e a frodare l’amministrazione in fase esecutiva”. E proprio le società rette da prestanome, per il gip, “rappresentano lo strumento dell’organizzazione funzionale alla consumazione degli illeciti o, meglio, parte integrante dell’assetto organizzativo dell’associazione per delinquere. Senza dubbio la gestione unitaria delle varie persone giuridiche”, si legge nelle carte, “ha consentito loro di sfruttare la loro posizione nell’ambito dell’associazione per ottenere i benefici dell’aggiudicazione illecitamente determinata di appalti di lavori, di una gestione finanziaria unitaria e comune, di un afflusso di fondi ingente a fronte di costi fraudolentemente lievitati agli occhi della stazione appaltante, vantaggi economici e finanziari che, senza l’appartenenza al cartello associativo, le singole persone giuridiche non avrebbero in alcun modo conseguito”. Non solo. Le indagini della Finanza hanno portato a registrare pure un episodio di corruzione, che sarebbe avvenuto il 30 aprile 2024, durante un normale controllo della polizia, sull’autostrada Roma-Fiumicino, all’altezza dell’area di servizio Magliana. Scrive il giudice nell’ordinanza: “L’autista della società La Fenice è stato fermato dagli operatori della Polizia stradale per un controllo in esito al quale sono state riscontrate diverse irregolarità: l’appartenente alla Polizia di Stato informa telefonicamente” Filipponi, uno degli arrestati, “che per le violazioni che ha riscontrato sono previste le seguenti sanzioni: 800 euro per l’autista, 800 euro al proprietario, sospensione patente per 15 giorni e il fermo amministrativo di un mese del mezzo”. Filipponi a quel punto sarebbe andato sul posto e avrebbe parlato con i poliziotti, tanto che, alla fine, quella sanzione non sarebbe stata elevata. Nei giorni successivi si registrano una serie di contatti tra l’imprenditore e uno degli agenti, che spingono i finanzieri ad organizzare “un servizio di appostamento per monitorare l’incontro avvenuto il 6 maggio 2024, alle ore 11, presso il bar “Il Caffettino” in via Grottazzolina 122, dove Filipponi ha incontrato” due poliziotti a cui avrebbe consegnato “una busta di colore giallo” contenente “denaro o altre utilità”.
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