Esteri

Gaza, presi d’assalto centri aiuti umanitari: è caos

di Flavia Romani -


Un altro tragico capitolo nella crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza, dove sono stati presi d’assalto i camion di aiuti umanitari. Migliaia di persone, ormai allo stremo a causa della fame, si sono accalcate presso un centro di distribuzione all’interno del territorio palestinese, assaltando i veicoli nel tentativo disperato di recuperare cibo e beni di prima necessità.

I convogli, organizzati dalla Gaza Humanitarian Foundation con il sostegno logistico di Israele e Stati Uniti, rappresentavano una delle rare occasioni in cui rifornimenti riuscivano a entrare nella Striscia. Tuttavia, l’assenza di sicurezza e coordinamento ha trasformato la consegna in un episodio caotico e pericoloso. Secondo testimoni, l’ordine è crollato in pochi minuti, mentre la folla si riversava sui camion prima ancora che i volontari potessero iniziare la distribuzione.

Questo evento ha messo in evidenza la mancanza quasi totale delle strutture umanitarie nella regione. Le Nazioni Unite, da parte loro, hanno rigettato le accuse israeliane secondo cui non starebbero svolgendo il proprio ruolo.

Il capo del coordinamento israeliano per gli aiuti alla Striscia (Cogat), Rassan Alyan, ha dichiarato che “oltre 400 camion di aiuti umanitari attendono di essere ritirati immediatamente dall’Onu al valico di Kerem Shalom”.

Alyan ha accusato le Nazioni Unite di essersi astenute negli ultimi giorni dal compiere il proprio dovere e di “continuare invece a diffondere informazioni errate e fuorvianti sulle difficoltà umanitarie”. 

Immediata la risposta: “È cinico dare la colpa a chi cerca di aiutare sotto bombardamenti costanti,” ha dichiarato un portavoce ONU.

Intanto, a Gaza City e Rafah, i raid aerei israeliani non si fermano. Un attacco ha colpito una scuola adibita a rifugio, uccidendo decine di persone, tra cui molti bambini. A Tal al-Sultan, invece, un campo per sfollati è stato colpito causando 28 vittime e oltre 180 feriti. Medici Senza Frontiere ha lanciato un grido d’allarme: “Nessun luogo è sicuro a Gaza.”

Sul piano politico, reazioni dal ministro degli Esteri saudita ha definito la situazione “inaccettabile”, mentre l’Egitto ha chiesto il rispetto dell’ordine della Corte Internazionale per il cessate il fuoco a Rafah.

Nel frattempo, le Forze di Difesa Israeliane hanno annunciato l’uccisione di due alti comandanti di Hamas, accusati di essere responsabili di vari attacchi in Cisgiordania e Israele. Ma la popolazione civile, intrappolata tra le bombe e la fame a Gaza, continua a pagare il prezzo più alto senza ricevere aiuti.


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