Aidr: “Solidarietà a Meloni, serve un’agenzia contro gli abusi digitali”
C’è una questione, ormai dirimente, che è stata investita in pieno dalle polemiche legate alle parole di odio scritte sui social da un docente napoletano contro la premier Giorgia Meloni e sua figlia: la lotta agli abusi digitali. Un tema gigantesco, grande quanto l’incidenza del digitale sulla società attuale: ossia una vigilanza più stretta, controlli più serrati e, soprattutto, sanzioni vere per i casi di abuso degli strumenti digitali. La richiesta arriva direttamente dalla Fondazione Italian Digital Revolution – Aidr che, esprimendo “piena solidarietà al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per il grave episodio di esposizione mediatica che ha coinvolto la figlia” definisce quanto accaduto come “inaccettabile”, un fatto “che richiama l’attenzione delle istituzioni e della società civile sulla necessità di un intervento urgente contro gli abusi degli strumenti digitali”. Nello specifico, secondo l’analisi di Aidr, c’è un problema legato all’efficacia delle sanzioni: “L’attuale normativa, come il Codice dell’Amministrazione Digitale (Cad), stabilisce principi generali in tema di sicurezza, ma non prevede sanzioni efficaci in caso di violazioni. Una lacuna che lascia spazio a comportamenti irresponsabili e lesivi della dignità individuale”. A questo punto si pone la (solita) domanda dalle cento pistole: che fare? Per Aidr è giunta l’ora di “istituire un’Agenzia del Dato o di conferire a Sogei – leader nella gestione dei dati strategici nazionali un ruolo indipendente, dotato di poteri ispettivi e sanzionatori. Una struttura in grado di raccogliere, analizzare e proteggere le informazioni digitali nel rispetto dei diritti fondamentali e in coerenza con il Regolamento Europeo per la protezione dei dati (GDPR)”.
Il presidente Aidr Mauro Nicastri rileva: “I social network sono oggi uno dei principali campi di confronto tra chi li utilizza per diffondere odio e chi, come noi, promuove un uso consapevole del digitale, la sicurezza dei dati, la protezione dei minori e l’educazione civica online. La violenza digitale, specie quando colpisce i più giovani, è un’emergenza che richiede risposte decise e coraggiose. La tutela dei dati digitali – conclude Nicastri – non può restare un principio astratto. Deve tradursi in responsabilità concrete, a partire dalla formazione dei dipendenti pubblici e da un sistema di controlli realmente efficace. Solo così potremo costruire una cultura digitale fondata su legalità, trasparenza e democrazia”.
Torna alle notizie in home