La morte di Forsyth: suo Il giorno dello sciacallo, fu euroscettico
Fu autore del romanzo che fu un successo internazionale, ogni volta adattato alla realtà del momento nei film e in tv
E’ morto in Gran Bretagna all’età di 86 ani Frederick Forsyth, scrittore e giornalista, notissimo in tutto il mondo per il romanzo uscito nel 1971, Il Giorno dello sciacallo, basato su eventi storici reali come il tentato attentato a Charles de Gaulle avvenuto nel 1962, un’opera che considerava “molto importante”, nata da esperienze giornalistiche sul campo, come la guerra in Nigeria. Il libro è un thriller politico che racconta la storia di un sicario professionista incaricato di uccidere il presidente francese De Gaulle, e si distingue per la sua minuziosa attenzione ai dettagli e la trama avvincente.
Il Giorno dello sciacallo, un successo internazionale
Il romanzo ebbe un grande successo commerciale e di critica, diventando un classico della narrativa di spionaggio e ispirando due adattamenti cinematografici, uno nel 1973 e un altro nel 1997 fino all’adattamento in una serie tv uscita l’anno scorso. Una fama che contribuì a fare di Forsyth un autore bestseller di fama mondiale e il suo libro l’esempio di come vada narrato il personaggio di un sicario professionista, ogni volta – come è avvenuto nella serie tv – scandagliando anche l’animo del protagonista.
Gli altri suoi thriller, la carriera di aviatore e giornalista
Oltre a questo romanzo, Forsyth scrisse molti altri thriller di successo, tra cui “I mastini della guerra” e “Cobra”. Il suo ultimo libro noto è “La Lista Nera”, pubblicato recentemente, in cui tratta temi di terrorismo internazionale, jihad e politica globale. Pur essendo uno scrittore di narrativa, centrale nella sua produzione l’approccio da giornalista, mostrando scetticismo verso le versioni ufficiali dei fatti e commentando spesso temi di politica e cronaca attraverso i suoi romanzi.
Prima di diventare scrittore, Forsyth ebbe una carriera significativa come aviatore e giornalista. Nato ad Ashford nel Kent, a 19 anni entrò nella Royal Air Force come uno dei più giovani piloti inglesi, una carriera che lasciò nel 1958. Successivamente intraprese la professione di giornalista, iniziando in un piccolo giornale per poi lavorare dal 1961 come corrispondente della Reuters a Parigi, in Germania e Cecoslovacchia. Nel 1965 passò alla Bbc come reporter radiofonico e televisivo, esperienza che lo portò anche a seguire la guerra in Nigeria e le vicende del Biafra da cui trasse spunto per i suoi romanzi.
Forsyth fu pure euroscettico: quella volta che scrisse a Schroeder
La sua incursione nella realtà anche come euroscettico, soprattutto negli anni recenti della sua vita, manifestando apertamente la sua posizione di conservatore e fu patrono di “Better Off Out”, un’organizzazione che sosteneva l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Spiegò la sua posizione criticando in particolare l’Unione monetaria europea e l’Unione Europea nel complesso, ritenendole istituzioni che limitavano la sovranità nazionale e che avevano effetti negativi sulla politica e sull’economia britannica. In una lettera aperta pubblicata su un quotidiano tedesco, espresse il suo disappunto verso l’Unione Monetaria, bocciandola e sottolineando le sue riserve nei confronti dell’integrazione europea.
“Caro Signor Gerhard Schroeder, fermi l’Euro”. Senza aggiungere altro, rivolse quest’appello allo sfidante socialdemocratico del cancelliere tedesco Helmut Kohl, “reo” di aver voluto l’Unione monetaria. Esortò Schroeder a chiedere “alla gente se veramente vuole eliminare la migliore valuta che la Germania ha mai avuto per cambiarla con un esperimento che fa drizzare i capelli sulla testa”. E affermava che Kohl vuole l’Euro perché è “ossessionato” che “in futuro vi possa essere una guerra scatenata dalla Germania” qualora essa non si dissolva nell’Ue. Definendo infine una “scemenza” questa paura e attribuendo all’Unione monetaria europea connotati anti-democratici presenti ormai “solo a Cuba, in Corea del Nord e a Bruxelles”.
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