Aumenta tutto, famiglie al palo: l’inflazione non ci molla
Gli aumenti dei prezzi dei generi alimentari incidono pure sui prodotti di solito acquistati in estate
Nello scorso mese di maggio l’inflazione non ha abbandonato il nostro Paese ma è scesa all’1,6% dall’1,9% di aprile, aumentano i prezzi dei beni di largo e generale consumo. E’ un rallentamento che risente soprattutto della marcata decelerazione dei prezzi degli energetici regolamentati (+29,3% da +31,7% di aprile) e dell’accentuarsi della flessione di quelli dei non regolamentati (-4,3% da -3,4%) ma la situazione reale, nel portafoglio degli italiani ogni giorno di fronte agli scaffali dei negozi, pur essendo rallentati i prezzi dei generi alimentari non lavorati (+3,5% da +4,2%), resta sempre più preoccupante.
L’aumento dei prezzi che preoccupa
L’aumento dei prezzi che fa già gridare le opposizioni contro il governo in carica, considerati i consumi totali delle famiglie, equivale ad un maggiore esborso pari a 526 euro annui per la famiglia “tipo” e di 716 euro per un nucleo con due figli. I prezzi dei generi alimentari, con i listini di cibi e bevande analcoliche che a maggio salgono del +3,2% sull’anno, preoccupano perché riguardano spese primarie di cui i cittadini non possono fare a meno, dice Assoutenti.
“Alcuni prodotti continuano a risentire della crisi delle materie prime, con il burro che a maggio rincara del +19,6% sul 2024, il caffè del 24,7%, il cioccolato del 12%, il cacao del 19,1%, le uova del 7,1%. Ritocchi al rialzo anche per alcuni beni tipici del periodo estivo: i prezzi dei gelati salgono del 3,4%, il riso del 4,2%, i molluschi freschi del 3,9%, le bevande gassate del 4,1%, l’acqua minerale del 3%, i succhi di frutta del 3,7%, pesche e nettarine rincarano del 5,1%, gli agrumi del 13,4%, la frutta secca del 5,3%, i pomodori del 7,3%” denuncia il presidente Gabriele Melluso. Aumenti che rischiano di rendere più povera l’alimentazione delle famiglie, attaccandole anche sui cibi e bevande tipici dell’estate.
Aumenta tutto
E aumenta tutto, non solo i generi alimentari, mentre l’inflazione cala un poco: i prezzi dei voli nazionali, ad esempio, sono rincarati del +30,8% su anno, le tariffe dei traghetti del +9,7%, quelle dei servizi ricreativi e sportivi (piscine, stabilimenti, palestre, parchi divertimento, ecc.) del +8,3%, i prezzi dei pacchetti vacanza nazionali del +7,2%, gli alberghi rincarano del +3,3% su anno mentre i listini di case vacanza, b&b e altre strutture ricettive del +5,8%.
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