Cultura & Spettacolo

“The Children Act – Il Verdetto” quel caso avvincente (da rivedere)

Recensione del film con Emma Thompson e Stanley Tucci, uscito nel 2017 ma tutto da rivedere

di Riccardo Manfredelli -


Protagonista del film “The Children Act – Il Verdetto”, diretto da Richard Eyre nel 2017 e tratto dal romanzo di Ian McEwan “La ballata di Adam Henry” del 2014, è Emma Thompson. Ma prima di lei lo è innanzitutto l’eterna dicotomia tra Legge e Morale che deflagra quando l’integerrima giudice a cui presta i panni, Fiona Maye, si trova a dover decidere sul caso di un giovanissimo malato terminale, il diciassettenne Adam Henry (Fionn Whitehead) che, da Testimone di Geova, e anche sotto l’influsso dei genitori, rifiuta una trasfusione di sangue che potrebbe salvargli la vita.

Il processo si consuma mentre fuori dall’aula di Tribunale, con i giornali e i media che hanno già fiutato una storia da prima pagina e da picchi di ascolto record, Fiona osserva indifferente andare in pezzi il suo matrimonio con l’insegnante di Filosofia Jack Maye (Stanley Tucci, per il pubblico mainstream semplicemente Nigel de “Il diavolo veste Prada”, il cui sequel arriverà al cinema il 1° maggio 2026).
L’idea di partenza è indubbiamente interessante, così ho capito che i Testimoni di Geova rifiutano le trasfusioni perché le considerano uno “sfregio” , una “contaminazione” dell’anima che Dio ha dato loro in sorte, ma l’impressione (sebbene sia stato lo stesso McEwan, autore del romanzo-madre a sviluppare la sceneggiatura) è che il film sia portato avanti con una fretta eccessiva.
Così, in un lampo, Adam accetta di farsi trasfondere, guarisce e nel frattempo comincia a coltivare per Fiona un affetto quasi morboso, fatto di messaggi in segreteria, lettere e appostamenti, ma forse anche questo spunto narrativa poteva essere trattato con maggiore profondità.

«Ha perso Dio ed ha trovato te». E’ ineccepibile l’analisi che Jack fa del rapporto tra Adam e sua moglie Fiona, e forse lei stessa vede nel ragazzo la possibilità di una maternità che si è sempre negata; o nel suo cuore c’è di più? Come che sia, che Jack abbia ragione lo capiamo anche dalla scelta finale di Adam: quando capisce che Fiona non vuole, o non può, stargli vicino come lui forse sperava, lascerà che la recidiva della malattia lo uccida.
“The Children Act – Il Verdetto”, in definitiva, va promosso con riserva; tra le note, anche letteralmente, di merito c’è la colonna sonora di Stephen Warbeck, che puntella alcuni dei momenti di maggior tensione emotiva del film, quelli dove ogni altra parola risulterebbe di troppo e fuori luogo: la prima trasfusione di Adam, a cui i genitori assistono attraverso un vetro vinti dalla disperazione, il momento in cui Fiona prende consapevolezza che suo marito è andato via di casa, lasciandola sola in una casa troppo grande e troppo vuota (al centro del salotto troneggia un pianoforte che è anche la sua unica valvola di sfogo, davanti a quei tasti lei può permettersi di togliere qualsiasi maschera).


Torna alle notizie in home