Il portavoce dell'esercito iraniano, Iman Tajik, ha scritto che “il mondo ha potuto vedere le capacità di intelligence e la precisione millimetrica dei missili delle forze armate iraniane”.
Oltre alla realtà virtuale (VR) e alla realtà aumentata (AR), esiste la realtà israeliana (IR). Si tratta di un mondo parallelo in cui se un ospedale si trova a Gaza o il Libano, è un centro di comando di Hamas o Hezbollah. Se, al contrario, un centro di comando sorge in Israele, è un ospedale. A prima vista il concetto può apparire difficile, ma non lo è. Basta applicare il “doppio standard”.
L’attacco iraniano al centro di comando israeliano
“Con un attacco di precisione”, condotto con droni e missili strategici, l’Iran ha colpito il “centro di comando e di intelligence” dell’esercito israeliano vicino all’ospedale di Soroka nella città di Beer Sheba, nel sud dello Stato ebraico. Una struttura che ospitava forze militari e sistemi di comando digitale. Alcuni media israeliani hanno cercato di far passare per un “ospedale” uno dei luoghi raggiunti dalla massiccia ondata di fuoco iraniana di ieri, salvo poi ammettere la presenza di soldati.
Su Telegram, il portavoce dell’esercito iraniano, Iman Tajik, ha scritto che “il mondo ha potuto vedere le capacità di intelligence e la precisione millimetrica dei missili delle forze armate iraniane”.
Il ministro Araghchi parla dei danni all’ospedale
Ha causato solo “danni superficiali a una piccola sezione” l’esplosione che ha investito l’ospedale militare di Soroka, ha dichiarato in un post su X il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, sostenendo che lo stabile si trova nei pressi di un comando militare israeliano, di una sede dell’intelligence e di “un altro obiettivo vitale”, eliminati “con accuratezza”.
“L’edificio è usato soprattutto per curare i soldati israeliani coinvolti nel genocidio a Gaza 40 chilometri più in là, dove Israele ha distrutto o danneggiato il 94% degli ospedali palestinesi”, ha proseguito Araghchi, sottolineando che “è il regime israeliano, e non l’Iran, ad aver dato inizio a tutto questo spargimento di sangue, e sono i criminali di guerra israeliani, e non gli iraniani, a prendere di mira ospedali e civili”.
Uomini del Mossad fermati in Iran
Le forze di sicurezza iraniane hanno arrestato agenti dell’intelligence israeliana, che si sono rivelati immigrati dell’Afghanistan. Erano stati reclutati dal Mossad e da almeno due anni si trovavano in territorio iraniano, per organizzare attentati e raccogliere informazioni. Secondo le Nazioni Unite, circa 3,5 milioni di migranti afghani vivono nel Paese.
Tensione altissima con gli Stati Uniti. “Il governo criminale americano e il suo fesso presidente devono sapere con certezza che se commetteranno un errore e agiranno contro l’Iran, faranno i conti con una risposta dura”, ha avvertito il Consiglio dei Guardiani, che partecipa al processo decisionale in Iran.
Teheran ha minacciato di chiudere lo stretto di Hormuz alla navigazione in risposta all’operazione militare di Israele. Ad affermarlo è stato Behnam Saeedi, membro del Comitato per la sicurezza nazionale del Parlamento iraniano, citato dall’agenzia di stampa Mehr.
“L’Iran ha numerose opzioni per rispondere ai suoi nemici e utilizza tali opzioni in base alla situazione. La chiusura dello stretto di Hormuz è una delle possibili opzioni per l’Iran”, ha rimarcato Saeedi.
I dubbi di Donald Trump
“Il Wall Street Journal non ha idea di cosa io pensi dell’Iran!”, si legge in un post su Truth di Donald Trump dopo l’articolo del giornale che citava tre fonti secondo cui il tycoon avrebbe confidato a dei suoi consiglieri di aver approvato piani di attacco contro l’Iran, ma di voler attendere ancora un “ravvedimento” degli iraniani sul programma nucleare.
Trump sta prendendo tempo soprattutto per evitare di mettersi contro Russia e Cina, facendo la fine di Benjamin Netanyahu, isolato e condannato a combattere a causa dei suoi stessi errori.