Regge il cessate il fuoco tra Iran e Israele, ma la tensione resta alta
Regge, almeno per ora, il fragile cessate il fuoco tra Iran e Israele, raggiunto dopo dodici giorni di intensi combattimenti. Una tregua che apre alla possibilità di nuovi colloqui diplomatici, con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che rilancia l’obiettivo di quello che ha definito “un accordo di pace globale”. A confermare l’intenzione dell’amministrazione americana è Steve Witkoff, inviato speciale per il Medio Oriente, secondo cui “diversi interlocutori iraniani stanno contattando gli Stati Uniti” e si dichiarano pronti a trattare. Secondo Trump, “il cessate il fuoco sta procedendo molto bene”, grazie anche alla “stanchezza” accumulata dalle due parti dopo quasi due settimane di scontri. La guerra, iniziata con un’escalation di provocazioni e culminata con attacchi incrociati tra Teheran e Tel Aviv, ha lasciato un pesante bilancio: secondo dati ufficiali iraniani, almeno 627 civili sono rimasti uccisi e oltre 4.800 sono i feriti. L’Iran ha risposto con lanci di missili e droni, causando 28 vittime in Israele. Teheran ha ribadito il proprio “legittimo diritto” a sviluppare un programma nucleare a scopo civile e ha confermato la disponibilità a riprendere il dialogo con Washington, interrotto proprio a causa del conflitto. Trump, al termine del vertice NATO all’Aia, ha annunciato che “parleremo con l’Iran la prossima settimana. Potremmo firmare un accordo, non lo so”.
Nel frattempo, l’attenzione si concentra sugli effetti degli attacchi aerei condotti da Stati Uniti e Israele contro le infrastrutture nucleari iraniane
Teheran ha ammesso che i bombardamenti hanno causato “danni significativi”, ma alcuni analisti ritengono che il programma sia stato solo parzialmente compromesso. Un documento rivelato dalla CNN suggerisce che gli attacchi abbiano sigillato gli accessi ad alcuni impianti sotterranei, ma non li abbiano distrutti completamente. Secondo questa analisi, l’Iran potrebbe aver evacuato i suoi 400 kg di uranio arricchito al 60% prima dell’offensiva. La Casa Bianca ha confermato l’esistenza del rapporto, ma lo ha definito “completamente errato”. La portavoce Karoline Leavitt ha dichiarato a Fox News che non ci sono indicazioni sullo spostamento dell’uranio e ha assicurato che gli impianti “sono ora sepolti sotto chilometri di macerie”. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ha dichiarato di aver perso visibilità sulle scorte di uranio iraniane e ha chiesto accesso immediato ai siti. Anche il portavoce militare israeliano, generale Effie Defrin, ha ammesso che è “ancora presto per valutare l’effettivo impatto dell’operazione”. Intanto, il ministro della Difesa iraniano Aziz Nasirzadeh parteciperà oggi a un vertice della SCO in Cina con Russia e Cina.
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