Esteri

Morto Clark Olofsson, il bandito della “Sindrome di Stoccolma”

Il fascino sinistro del male

di Ernesto Ferrante -


Si è spento all’età di 78 anni Clark Olofsson, criminale svedese il cui nome è legato al sequestro in una banca di Stoccolma che diede origine alla celebre espressione “Sindrome di Stoccolma”. A dare notizia della sua scomparsa, avvenuta il 24 giugno ad Arvika, dopo una lunga malattia, è stata la famiglia, tramite il quotidiano svedese “Dagens ETC”.

La rapina, poi il sequestro

Era l’agosto del 1973 quando Jan-Erik Olsson fece irruzione nella filiale della “Kreditbanken” nel cuore della capitale svedese. Prese in ostaggio tre donne e un uomo, chiedendo come condizione la liberazione del suo vecchio compagno di carcere Clark Olofsson.

L’anomalo legame tra gli ostaggi e il duo Olofsson-Olsson

Kristin Enmark, uno degli ostaggi, parlò direttamente con il primo ministro svedese. La sua richiesta fu sorprendentemente quella di non fare del male a Olsson e Olofsson. “Mi fido completamente di Clark e del rapinatore – disse al telefono – Non ci hanno fatto nulla. Anzi, sono stati molto gentili”. Dopo sei giorni di trattative, la polizia fece irruzione utilizzando gas lacrimogeni. Non si registrarono morti. Le vittime si rifiutarono di testimoniare contro i sequestratori.

La Sindrome di Stoccolma

Il loro comportamento portò il criminologo svedese Nils Bejerot a coniare il termine “Sindrome di Stoccolma”. La teoria di Bejerot ha diviso il mondo accademico. Per molti si tratta di una risposta psicologica al trauma e non è riconosciuta come una diagnosi clinica ufficiale.

La storia criminale di Clark Olofsson non finì con quel sequestro. Condannato più volte per vari reati, dalle rapine al traffico di droga, ha trascorso la gran parte della sua vita dietro le sbarre, in Svezia, Germania e Belgio.


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