Caldo, ci vuole una regia nazionale: si muove il governo
Finora Regioni in ordine sparso: occorre che il governo rafforzi e uniformi le risposte a partire dalle città con il bollino rosso
Una prolungata ondata di calore con temperature che hanno superato i 40 gradi in molte zone, accompagnata anche da temporali violenti al Nord che hanno causato frane e smottamenti, ed è già emergenza. Un imprenditore edile morto a San Lazzaro di Savena per il caldo, un morto a Bardonecchia per l’esondazione del Frejus sono le prime vittime di un’estate altalenante che andrà avanti con questi picchi per giorni. Ieri tra le 27 città italiane monitorate dal ministero della Salute con un sistema di allerta che assegna bollini di rischio da caldo, 17 lo avevano rosso, tra cui Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Perugia e Torino, che sono in questa condizione almeno dal 26 giugno e lo resteranno almeno fino a oggi.
Le città del bollino rosso
Secondo il bollettino del ministero della Salute, oggi sono 18 le città italiane da bollino rosso per il caldo estremo: Ancona, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Milano, Palermo, Perugia, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Verona e Viterbo.
Campobasso oggi torna tra le città da bollino rosso, mentre ieri era arancione. Le altre città monitorate hanno bollino giallo o arancione (ad esempio Bari, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Messina, Napoli, Pescara, Reggio Calabria sono arancioni o gialle).
Bollettini quotidiani
I bollettini di Lungotevere Ripa sono quotidiani, il progetto Worklimate 2.0, coordinato dal Cnr con la collaborazione di Inail fornisce una piattaforma previsionale per il rischio da caldo specifica per i lavoratori, integrando dati meteo-climatici ed epidemiologici mentre Inail, in proprio, monitora gli infortuni sul lavoro correlati al caldo ma siamo ancora alle ipotesi di prevenzione e ai casi studio in alcune regioni (Sicilia, Toscana, Sardegna) per migliorare la conoscenza e la gestione del rischio.
In assenza di una impossibile regia nazionale – sta qui forse il nodo dei problemi di questa emergenza che per molti è ancora un fatto collegato alle intemperanze meteo che ci si ostina a non collegare ai cambiamenti climatici – le Regioni stanno adottando ordinanze autonome per tutelare i lavoratori, con misure come lo stop alle attività lavorative nelle ore più calde (dalle 12:30 alle 16:00), soprattutto nei settori agricolo, edile e ambientale. Almeno 12 Regioni hanno emesso ordinanze che prevedono la sospensione del lavoro nelle ore centrali della giornata per i lavoratori esposti al sole con attività fisica intensa: tra queste Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Sicilia, Sardegna, Lazio, Abruzzo, Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna e pure il Piemonte ha aderito con un provvedimento simile.
Regioni in ordine sparso
La frammentazione delle risposte regionali, con le disuguaglianze che ne derivano, e la mancanza di un coordinamento nazionale si stanno rivelando terreno fertile ove può montare un segnale di inefficacia. Di contro, una lezione – almeno di rapidità, i risultati potranno essere vagliati in seguito – sembra essere arrivata ieri dalla Francia con la chiusura della Tour Eiffel per il caldo estremo, un esempio di come altri Paesi europei adottino misure preventive rapide e drastiche per tutelare la salute pubblica, dimostrando una maggiore prontezza.
I prossimi giorni, già le ore di oggi, ci diranno se il governo proverà a rafforzare e centralizzare il Piano Caldo nazionale, conferendo al ministero della Salute un ruolo di regia più incisivo e vincolante per tutte le Regioni e i Comuni. Ciò includerebbe l’obbligo di uniformare i protocolli di intervento e le ordinanze, evitando risposte non unitarie. Potrebbero essere acquisiti modelli di intervento efficacemente adottati in altri Paesi: la Francia e la Spagna utilizzano piattaforme digitali che integrano dati meteorologici, sanitari e ambientali in tempo reale, permettendo una risposta coordinata tra enti nazionali, regionali e locali, in Germania e nei Paesi Bassi esistono organismi nazionali dedicati che coinvolgono ministeri della Salute, Protezione Civile, enti del lavoro e rappresentanti delle Regioni, con il compito di definire protocolli uniformi e coordinare le emergenze climatiche su tutto il territorio.
Ci vuole una regia nazionale
E i documenti ministeriali potrebbero trovare finalmente attuazione: le 38 paginette della Strategia italiana per l’IA 2024-2026, guardando ad altri Paesi Ue, evidenziano per esempio l’importanza di sistemi di monitoraggio dinamici e coordinati per rispondere prontamente alle emergenze.
Le ultime vittime del caldo
A Vicenza un operaio è finito in coma a Tezze sul Brenta mentre lavorava in una cisterna di alluminio, probabilmente a causa dei gas sprigionati e delle alte temperature. Un altro operaio è stato ricoverato in codice giallo. L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di ieri e si ipotizza che il caldo intenso abbia contribuito al malore.
In Sicilia una donna di 53 anni è morta a Bagheria in provincia di Palermo dopo un colpo di calore mentre passeggiava: era già affetta da patologie cardiache.
A Milano una turista cinese di 66 anni ha avuto un malore per disidratazione sulla terrazza del Duomo. È stata soccorsa dai vigili del fuoco e dal 118 e trasportata in ospedale in condizioni non critiche.
Lavoratori esposti al caldo, il governo prepara un protocollo unitario
Si muove il governo.L’annuncio di ieri sera riguarda la prossima firma di un Protocollo Quadro unitario per la tutela dei lavoratori esposti al caldo estremo, promosso dalla ministra del Lavoro Marina Calderone, con misure specifiche per contenere i rischi lavorativi legati alle emergenze climatiche negli ambienti di lavoro, sia all’aperto che al chiuso.
Le principali novità annunciate: ampio e automatico ricorso agli ammortizzatori sociali (come la Cassa Integrazione Guadagni) in tutti i casi di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro dovuti al caldo estremo, anche per lavoro stagionale, senza che le ore di inattività vengano conteggiate nel limite massimo della Cig, supporto per modifiche degli orari di lavoro, con possibilità di anticipare o posticipare i turni.
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