Economia

Un altro mix energetico per l’Italia: “Sì al nucleare”

di Giovanni Vasso -


Un altro mix energetico per l’Italia. Che ha un problema serissimo con l’energia che Jean Philippe Imparato, alto papavero Stellantis, responsabile per l’Europa dopo aver guidato Alfa Romeo, spiega con la forza dirompente dei numeri: “In Francia, il megawattora lo pago 65 euro, in Spagna 80. In Italia invece lo pago più di 180 euro e parliamo di competitività…”. Eccolo, il dramma dell’industria italiana. Il prezzo dell’energia. Non è certo una novità, anzi. È, semmai, una questione di vita o di morte per le aziende: “A 180 euro la competitività è morta”, ha detto Imparato tumulando ogni ragionamento superfluo: “Sarebbe fantastico fare squadra e abbassare questo costo, se per fine anno le cose non cambiano davvero dovremo prendere delle decisioni toste come la chiusura delle fabbriche”. E sarebbe un guaio, questo sì. Ecco perché il tema dell’energia è così importante ed ecco perché, ieri, Forza Italia ne ha celebrato, alla Camera dei Deputati, gli Stati generali.

Le preoccupazioni di Imparato sono quelle di tutti. La domanda dalle cento pistole è sempre quella: che fare? Da dove ripartire? Una delle tracce possibili è stata, per i relatori all’importante incontro di ieri, quella del nucleare. A cominciare da Confindustria che, con Aurelio Regina, delegato dal presidente Emanuele Orsini sui temi energetici, ha lanciato la proposta: “Abbiamo bisogno di inserire nel nostro mix produttivo anche una quota di nuovo nucleare o nucleare di quarta generazione, perché sarà importante garantire una produzione stabile non intermittente che si affianca allo sviluppo delle rinnovabili”, ha detto facendo risuonare, nelle sue parole, l’eco dei fatti di Spagna nelle scorse settimane. A viale dell’Astronomia ci credono davvero al punto che il 16 luglio prossimo, come ha riferito proprio Regina, “verrà formalmente presentato” uno studio che ha coinvolto, insieme alla filiera tech e a quella energetica anche i ricercatori delle università e diversi rappresentanti delle istituzioni. La soluzione nucleare interessa pure Confcommercio e il presidente Carlo Sangalli, in un videomessaggio, ha spiegato che “favorire il nucleare di nuova generazione, come ha ricordato il ministro Pichetto Fratin, significa garantire alle future generazioni di vivere in quel miracolo economico che c’è stato anni fa” e offre “una prospettiva di speranza, che ci permette di guardare oltre la situazione drammatica che stiamo vivendo a livello internazionale”. Non solo mix energetico e nuove soluzioni, Sangalli ha poi chiamato in causa le istituzioni, comunitarie e nazionali: “È urgente una progressiva sterilizzazione degli oneri generali di sistema che gravano per il 26% sulle bollette elettriche del terziario, sono necessari gli approvvigionamenti con acquisti congiunti europei, serve un mercato unico europeo dell’energia, come ha ricordato il segretario Tajani e serve rispettare il principio della neutralità tecnologica”. Ci vuole un cambio di passo “per l’Europa” che deve “puntare su idrogeno sostenibile, nucleare avanzato, rinnovabili ed efficienza delle reti” perché “non è più il tempo delle scelte ideologiche servono scelte utili e realmente sostenibili”.

Ma a che punto siamo con il nucleare? Ci vorrà ancora del tempo. Luca Mastrantonio, ad Nuclitalia, ha ribadito che la prima cosa da fare è trovare un’identità di vedute: “Il nucleare ha avuto successo nella storia quando c’è stato un approccio di sistema, almeno a livello nazionale, e per questo l’obiettivo di Nuclitalia è quello di costruire un primo tentativo di questo approccio di sistema e costituire un volano, un elemento aggregatore di quella che è la seconda industria nucleare d’Europa, dopo quella francese”. Quindi ha sottolineato che è fondamentale “scegliere le tecnologie” perché “non hanno tutte lo stesso livello di maturità e lo stesso livello di complessità a livello di sfide tecnologiche”. La via, secondo Mastrantonio, è chiara: “Serve uno sforzo di pragmatismo, che passa dal fissare gli obiettivi del nostro sistema Paese in termini di decarbonizzazione ed efficientamento del sistema energetico, e da lì costruire un approccio evolutivo su Smr, Amr e fissione”. Il tema della certezza dal punto di vista delle leggi è stato sollevato, poi, dall’ad Sogin Gianluca Artizzu che ha spiegato la necessità di un “quadro regolatorio certo” per lo sviluppo del nucleare “altrimenti i nostri investimenti sono destinati a perdere”. Un parere diverso, invece, è arrivato dal dg Elettricità Futura Giorgio Boneschi che ha spiegato come, secondo la sua analisi, “le energie rinnovabili oggi sono le uniche fonti disponibili per abbassare i prezzi delle bollette e, allo stesso tempo, per aumentare l’indipendenza energetica del nostro Paese dall’approvvigionamento dall’estero”. Ciò perché, spiega Boneschi, “lo scorso anno le rinnovabili hanno rappresentato il 41% dell’intero fabbisogno elettrico italiano, e a maggio 2025 Terna ha riportato che il fabbisogno elettrico è stato coperto per il 56% dalle rinnovabili, quindi la quota sta salendo. Per riuscire ad avere un impatto concreto sui prezzi stimiamo di dover arrivare a circa il 60-70%, per ridurre nel mix energetico la quota di gas che oggi è ancora prevalente”.


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