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Gaza, Trump: Tregua di 60 giorni, Hamas accetti

Si ripropongono uno scenario già visto: la possibilità del rilascio degli ostaggi israeliani e detenuti palestinesi, i corridoi umanitari nella Striscia

di Giorgio Brescia -


Striscia di Gaza, un altro cessate il fuoco. Il presidente americano Donald Trump ha annunciato che Israele ha accettato le condizioni necessarie per finalizzare una tregua di 60 giorni a Gaza, invitando Hamas ad accettare l’accordo per porre fine alla guerra. Trump ha sottolineato che durante questi due mesi si lavorerà con tutte le parti coinvolte per arrivare a una soluzione definitiva del conflitto, e che la proposta finale sarà presentata dai mediatori del Qatar e dell’Egitto, che hanno avuto un ruolo centrale nei negoziati.

Cosa ha detto Trump

Le sue dichiarazioni, diffuse tramite social media e riprese dai principali media internazionali, sono state chiare: “Spero, per il bene del Medio Oriente, che Hamas accetti questo accordo, perché la situazione non migliorerà, anzi peggiorerà” se non lo farà. Trump ha poi rimarcato che la sua amministrazione ha lavorato attivamente per raggiungere questo risultato, definendolo un “accordo epico” possibile solo dopo la sua vittoria elettorale, segnalando un cambio di approccio rispetto al passato.

I commenti, le reazioni

Da Hamas un portavoce, Taher al Numu, ha dichiarato che il movimento sarebbe disposto “ad accettare qualsiasi proposta che porti alla fine della guerra”. In Israele alcuni esponenti del governo, come il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, hanno espresso forti riserve, definendo l’accordo “cattivo e pericoloso per la sicurezza dello Stato d’Israele”.

Negli Usa si è fatto sentire anche il presidente uscente Joe Biden che ha confermato l’accordo, sottolineando il ruolo della diplomazia Usa, Egitto e Qatar, e ha espresso fiducia nella possibilità di una pace duratura. Anche l’Italia, tramite il ministro Antonio Tajani, ha offerto supporto e ha ribadito la necessità di una soluzione a due Stati.

Cosa succederà

Si apre ora uno scenario già visto. La tregua di 60 giorni dovrebbe essere il primo passo verso la fine delle ostilità, con la liberazione di ostaggi israeliani in cambio del rilascio di detenuti palestinesi. Oltre allo scambio di prigionieri, l’accordo potrà prevedere il graduale ritiro delle truppe israeliane da Gaza e l’apertura di corridoi umanitari, ma molti dettagli restano da definire e l’effettiva attuazione dipenderà dalla risposta di Hamas e dalla tenuta politica interna sia a Gerusalemme che a Gaza.

Nonostante l’annuncio, la stabilità della tregua è tutt’altro che garantita. Permangono forti tensioni politiche interne in Israele e tra le fazioni palestinesi, e la popolazione di Gaza continua a vivere in condizioni estremamente difficili dopo quasi due anni di guerra.


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