Attualità

Alemanno scrive una lettera sul “forno” di Rebibbia

La denuncia: mentre la politica ha "l'aria condizionata", le carceri italiane scoppiano

di Giorgio Brescia -


Il parlamentare del Pd Michele Fina ha letto ieri in Senato una lettera di Gianni Alemanno inviata dal carcere romano di Rebibbia che riguarda le condizioni di vita nelle carceri italiane, con particolare attenzione al sovraffollamento del “forno” del carcere romano e alle cure negate.

La denuncia di Alemanno

La lettera, scritta da Gianni Alemanno insieme a Fabio Falbo (detenuto e “scrivano del braccio G8” di Rebibbia), è una missiva indirizzata al ministro della Giustizia Carlo Nordio. In essa si denuncia una situazione carceraria insostenibile e contraria ai principi costituzionali, con un forte sovraffollamento che mina il principio rieducativo della pena sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana. Un appello a riforme urgenti per alleggerire la magistratura di sorveglianza e le strutture esterne, oggi al collasso. Un vero e proprio “grido d’allarme” sulle condizioni di vita dei detenuti, scritto dal Nuovo complesso di Rebibbia dove Alemanno è detenuto dal 31 dicembre scorso.

L'”aria condizionata” dei politici

Fina, leggendo la lettera, ha citato la politica che “dorme con l’aria condizionata” mentre si acuiscono le condizioni di detenzione e le criticità del sistema carcerario, con detenuti – per esempio- affetti da scabbia che convivono con altri detenuti nelle celle.

Cosa succede a Rebibbia

Rebibbia è da tempo teatro di episodi di violenza e tensione. A giugno è scoppiata una rivolta violenta in cui un intero piano del reparto G11 è stato devastato, con risse tra detenuti stranieri e danni ingenti alla struttura. Per sedare i disordini è stato necessario richiamare agenti liberi dal servizio, mentre i sindacati hanno denunciato carenze croniche di organico e condizioni lavorative insostenibili, chiedendo ispezioni immediate e strumenti di difesa non letali per il personale penitenziario.

In aprile, un detenuto di circa 40 anni con problemi psichiatrici si è suicidato impiccandosi alla porta della cella. Questo è stato il 29esimo suicidio in carcere nel 2025, un dato che ha suscitato proteste da parte dei detenuti e denunce da parte dei sindacati.

Perché Alemanno è in carcere

Gianni Alemanno è detenuto per una condanna definitiva a 1 anno e 10 mesi per traffico di influenze illecite nell’ambito dell’inchiesta “Mondo di Mezzo”. È stato arrestato e trasferito a Rebibbia dopo la revoca dell’affidamento ai servizi sociali. La revoca è avvenuta perché Alemanno avrebbe violato le prescrizioni imposte dai magistrati di sorveglianza, fornendo documentazione falsa e sottraendosi al programma di pena alternativa che stava svolgendo presso una comunità.


Torna alle notizie in home