Più di 1.200 decessi, infortuni in calo tra i lavoratori ma aumentano per gli studenti
Presentata a Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la Relazione annuale 2024 dell’Inail e subito il primo dato che risalta agli occhi è legato al numero degli infortuni e, purtroppo, dei morti sul lavoro. Il dato resta stabile rispetto all’anno precedente, almeno per quanto riguarda i decessi. Nel 2024 se ne sono registrati, in Italia, 1.202, uno in più del 2023. E, purtroppo, se è vero che calano le morti tra i lavoratori in compenso aumentano, insieme agli infortuni, tra gli studenti. I numeri non mentono: i decessi, tra i lavoratori, sono scesi dai 1.193 del 2023 a 1.189 nell’anno seguente ma, purtroppo, sono saliti tra gli studenti: erano otto nel 2023, sono stati tredici, uno dei quali relativo ai percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Il dato resta stabile, pur denunciando un leggero aumento, anche in materia di infortuni. Solo saliti dello 0,4% e, in termini numerici, si è passati da 590mila a 593mila casi. Anche qui, a pesare, sono gli infortuni denunciati dagli studenti che sono saliti addirittura in doppia cifra: +10,5%. In cifre, le denunce di infortunio tra gli studenti hanno raggiunto quota 78mila, di queste ben 2.100 nell’ambito dei Pcto. Nel 2023, di denunce, ce n’erano state quasi seimila in meno e si erano stabilizzate a 71mila. Tra i lavoratori, invece, gli infortuni decrescono dell’1 per cento passando da 519mila a 515mila.
In termini di divario di genere, per le donne il rischio di infortunio sembra essere più basso rispetto a quello che corrono gli uomini. Dai dati, difatti, è emerso che il 31,6% delle denunce riguarda le lavoratrici. Una percentuale che risulta in netto ribasso rispetto a quella media registratasi al tempo della pandemia Covid, quando s’era attestata al di sopra del 42 per cento.
Ma non basta perché, nella relazione Inail 2024, si legge del boom delle malattie professionali. Le patologie denunciate all’Inail sono aumentate, dal 2023 all’anno scorso, nella misura del 21,8%. Se ne sono denunciate ben 88mila, l’anno precedente non si era andati oltre le 73mila diagnosi. Il dato 2024, inoltre, stabilisce il nuovo record dei casi di malattie professionali, stracciando il precedente primato delle circa 80mila denunce che si era registrato tra il 1976 e il 1978. Per quanto riguarda, invece, le segnalazioni di lavoratori ammalati, i casi segnalati nel 2024 sono stati circa 58mila, l’anno prima non si superavano le 49mila diagnosi. Nel 2024 il maggior numero di denunce si registra nel Mezzogiorno (32.674), seguito dal Centro (31.794) e dal Nord (23.916). La Toscana è la prima regione per numero assoluto di denunce (13.698, pari al 15,5% del totale), seguita da Puglia (9.094) e Marche (7.716). Le variazioni percentuali più rilevanti rispetto al 2023 si osservano, però, in Molise (+70,7%), Abruzzo (+40,4%) e Liguria (+40,2%).
I numeri italiani hanno un peso ancora più specifico se si paragonano a quelli europei. Sempre secondo la relazione Inail, infatti, nel 2022 si sono registrati ben 3.286 infortuni mortali, dato in flessione rispetto a quello del 2021 (-1,8%). La media italiana risulta in linea con quella europea ma superiore, in termini di incidenti mortali, a grandi Paesi come la Germania. Il dato italiano, elaborato da Eurostat è pari a 0,87 infortuni mortali ogni 100mila occupati, la media Ue si attesta a 1,26 mentre i valori di Francia (3,35) e Spagna (1,53) sono superiori a quelli del nostro Paese. Che, però, sconta un serio distacco dalla Germania (0,61).
La sicurezza resta un obiettivo del governo. Che la premier Giorgia Meloni ha deciso di riaffermare proprio in occasione della presentazione dei dati Inail: “La sicurezza sul lavoro non è mai un costo, magari superfluo o che può essere tagliato. È un diritto di ogni lavoratore, un valore, un dovere che le Istituzioni devono promuovere giorno dopo giorno. E il Governo farà sempre la propria parte in questa sfida, perché è su temi e priorità come queste che si misura la civiltà di una Nazione e quanto un popolo ha a cuore il proprio presente e il proprio futuro”. Le fa eco il ministro al Lavoro Marina Elvira Calderone che, dopo aver ringraziato il Capo dello Stato per la sua presenza ha affermato: “La sicurezza sul lavoro non è un corollario, ma una precondizione della dignità del lavoro stesso, la qualità dell’occupazione si misura, anche e soprattutto, nella capacità di garantire ambienti di lavoro sicuri, sani, umani. E il diritto alla sicurezza riguarda tutti – ha aggiunto – in ogni fase della vita”.