In Europa un fronte inedito per una volta sembra compattarsi: alcune anime popolari e socialiste sarebbero pronte a schierarsi a Bruxelles contro la riforma Pac della Commissione Ue. “Dobbiamo prepararci a una battaglia difficile a partire dal prossimo 16 luglio, quando la Commissione europea presenterà la proposta del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per il periodo 2027-2034, che potrebbe prevedere una unificazione del bilancio e tagli rilevanti alla Politica Agricola Comune. Una scelta del genere rappresenterebbe un colpo durissimo alla struttura portante dell’Europa rurale e produttiva”.
Questa la posizione congiunta degli eurodeputati Dario Nardella (S&D) e Herbert Dorfmann (PPE), secondo i quali “l’ipotesi di ridurre il bilancio agricolo in nome di nuove priorità, pur legittime, è miope e controproducente. La Pac non è una politica del passato, ma un investimento strategico per il futuro”. Una riflessione politica che fa il paio con le istanze delle categorie agricole. Che dal canto loro, hanno un obiettivo chiaro e lampante: no alla pac in un fondo unico, più risorse per l’agricoltura europea, politiche maggiormente strutturate per il rilancio del settore primario. Insomma, la “Von Der Leyen non faccia scherzi”, sembrano pensare le rappresentanze degli agricoltori.
Non a caso, “Deludente – definisce Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro -, il bilancio (politico, ndr) dell’attuale Commissione Europea. All’atto dell’insediamento, le aspettative erano alte: rilanciare il settore primario, sostenere gli agricoltori, innovare in chiave ecologica. Ma finora queste promesse sono rimaste in gran parte disattese. Il rischio è che si configuri un vero e proprio tradimento degli impegni presi con cittadini e produttori europei. Confeuro ribadisce il proprio impegno al fianco del mondo agricolo italiano ed europeo e si unisce alla battaglia delle forze politiche e delle rappresentanze di categoria per una PAC giusta, equa e realmente orientata alla difesa dei piccoli e medi produttori”.
Sul piede di guerra anche il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini: “Con le tensioni globali in corso, l’Europa non può assolutamente permettersi una guerra interna per le risorse. Questo accadrebbe con la riforma della Pac post 2027 così come preannunciata, una residuale voce di spesa, aggregata in un Fondo unico a quella di altri settori e affidata al libero arbitrio degli Stati membri. Non più quella spina dorsale della strategia alimentare e agricola Ue che da più di 50 anni, proprio in quanto Politica agricola ‘comune’, tutela il mercato unico dalle frammentazioni e i Paesi aderenti dalle disuguaglianze”. Pronta a dare battaglia anche Confagricoltura, che da tempo chiede una PAC “forte” e “ben finanziata”.