Aumento dei pedaggi autostradali, dietro front della maggioranza
Una nuova tassa estiva sui pedaggi autostradali ha fatto capolino per poche ore nel decreto Infrastrutture, scatenando un’ondata di polemiche e tensioni all’interno della stessa maggioranza di governo. L’emendamento, firmato dai relatori del provvedimento – quindi espressione diretta della coalizione – prevedeva un aumento di un euro ogni mille chilometri percorsi in autostrada, a partire dal 1° agosto. Una misura destinata a portare nelle casse di Anas circa 90 milioni di euro all’anno, con lo scopo di coprire in maniera “definitiva” il fabbisogno strutturale dell’ente, aggravato anche dall’aumento delle bollette per l’illuminazione stradale. L’emendamento, secondo indiscrezioni di ambienti parlamentari, sarebbe nato su impulso del ministero delle Infrastrutture, guidato da Matteo Salvini. Ma la misura, pur formalmente condivisa da tutta la coalizione, ha avuto una gestazione difficile, soprattutto per le perplessità sollevate da Fratelli d’Italia, che avrebbe concesso il proprio via libera “con mal di pancia” per non compromettere l’unità della maggioranza.
Appena la notizia è diventata pubblica, le opposizioni hanno attaccato duramente: “Il governo fa cassa sulle ferie degli italiani”, è stata la denuncia unanime, amplificata anche dalle associazioni degli utenti, che rispetto all’ipotesi di aumento dei pedaggi autostradali hanno parlato di misura “punitiva” per chi si mette in viaggio durante l’estate. Il clima si è rapidamente surriscaldato e la tensione è salita anche nel centrodestra, con Fratelli d’Italia che ha preso le distanze. “Non ci sogneremmo mai di portare avanti un emendamento non condiviso dal ministro competente”, hanno dichiarato i deputati di FdI Antonio Baldelli e Massimo Milani, relatori del decreto, accogliendo “con favore” la richiesta di ritiro dell’emendamento avanzata proprio da Salvini. Poche ore prima, anche la Lega aveva ufficializzato la retromarcia. La deputata Elisa Montemagni ha confermato il ritiro della firma all’emendamento “come saggiamente indicato dal ministro Matteo Salvini”, assicurando che il partito “non lo voterà”. L’aumento dei pedaggi, dunque, è destinato a saltare, almeno per ora. Ma il caso ha messo in evidenza le fibrillazioni interne alla maggioranza e il peso crescente del tema delle tariffe e dei costi per gli utenti in un’estate già segnata da rincari generalizzati. A restare sullo sfondo è la necessità – confermata dalla stessa relazione tecnica – di trovare coperture strutturali per la manutenzione della rete stradale nazionale. Ma per ora, quella “tassa d’agosto” è stata archiviata.
Torna alle notizie in home