Attualità

L’ex ambasciatore Vecchioni: Gratteri in tv? Allora si dimetta

Fa discutere l'ingaggio del procuratore napoletano nel palinsesto de La7

di Redazione -


di ANNA TORTORA

L’ex ambasciatore Domenico Vecchioni commenta duramente la notizia del nuovo ruolo televisivo del procuratore Nicola Gratteri. Sta facendo discutere la notizia dell’ingaggio di Nicola Gratteri, attuale procuratore della Repubblica di Napoli, nel palinsesto de La7 per condurre un programma della rete di Urbano Cairo. Una decisione destinata a suscitare polemiche, soprattutto per le inevitabili implicazioni politiche che una simile esposizione comporta.

Vecchioni: “Gratteri si dimetta se vuole fare tv”

Tra i primi a esprimersi con fermezza sul caso, lo storico ed ex ambasciatore Domenico Vecchioni. “Ma vi sembra possibile che il magistrato Nicola Gratteri, Procuratore presso la Procura della Repubblica di Napoli, sia stato ingaggiato da La7 per condurre trasmissioni televisive che avranno inevitabilmente risvolti politici (di opposizione in particolare, alle politiche giudiziarie del governo)?? È inammissibile, sconcertante. Dove sono finiti i magistrati d’antan “sopra le parti”? Ora sono diventati invece “di parte” e fieri di esserlo. Pretendono in sostanza di fare le leggi che essi stessi poi applicheranno. Dal produttore al consumatore…. Un po’ di serietà non guasterebbe. Capisco la scelta della tv, tutto fa audience! Capisco un po’ meno l’Ordine della Magistratura che non prende posizione. Gratteri vuol fare lo showman? Benissimo per lui. Auguri. Ma si dimetta dalla magistratura“.

Vecchioni, con il suo consueto stile diretto, pone il tema dell’imparzialità della magistratura al centro della questione, richiamando il principio secondo cui chi indossa la toga dovrebbe astenersi da ogni forma di protagonismo pubblico potenzialmente politicizzato.

Il ruolo del magistrato

Il cuore del ragionamento risiede in una critica di metodo e di principio: un magistrato – specialmente uno in servizio attivo – non può, secondo Vecchioni, assumere un ruolo comunicativo che rischia di sovrapporsi a quello politico, tanto più se questo avviene in una rete con una precisa linea editoriale.

L’affondo finale Gratteri vuol fare lo showman? Si dimetta” suona come un invito alla coerenza, più che un attacco personale. Una riflessione che va ben oltre il caso Gratteri e che riporta alla ribalta il delicato equilibrio tra potere giudiziario, informazione e opinione pubblica.


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