Ancora scontro sulla cittadinanza
Non è bastata neanche la chiusura netta giunta dalla stessa Giorgia Meloni a frenare l’idea di Forza Italia di modificare le norme per l’ottenimento della cittadinanza. Una proposta quella dello Ius Scholae sulla quale, anzi, insiste il segretario azzurro Antonio Tajani che, nonostante la contrarietà manifestata dagli altri partiti di governo, si è detto pronto a effettuare ulteriori tentativi per “convincere i nostri alleati”. Una posizione con la quale si vuole probabilmente dimostrare la determinazione nel tenere il punto su una questione particolarmente sentita in quello spazio politico che dall’area moderata guarda a sinistra, insomma quella opposta alla coalizione di governo. Proprio da questa parte del campo è infatti partita una sorta di sfida a Forza Italia. Quella dell’opposizione è più di una disponibilità al confronto sulle possibili novità in materia di cittadinanza, è un vero e proprio invito rivolto agli azzurri a far sì che il dibattito parlamentare parta al più presto. Una provocazione per fare uscire gli avversari allo scoperto, nella convinzione che quello azzurro sia solo un bluff dovuto al tentativo di restare sulla cresta dell’onda in un periodo generalmente politicamente sottotono quale è quello estivo. Tanto che non si manca di sottolineare che è il secondo anno di file che con l’approssimarsi del periodo di stop dei lavori parlamentari Forza Italia tira fuori la questione. E finché l’osservazione proviene dalle file dell’opposizione si tratta della normale e fisiologica dialettica tra schieramenti. Ma a far notare la coincidenza temporale con la quale Tajani tira fuori l’argomento e anche la Lega, con Stefano Candiani che declassa la proposta alleata “come una nuova uscita estiva da sole caldo”. Parole ironiche giunte poco dopo quelle ben più dure affidate a fonti del Carroccio secondo le quali “la modifica della legge sulla cittadinanza non è all’ordine del giorno e non è nel programma del centrodestra: in ogni caso, potrebbe essere rivista solo in senso più restrittivo”. Sul punto sono poi intervenuti anche due governatori della Lega sui quali, a chi fin da subito e a chi in ottica futura, si è abbattuta la scure della mancata approvazione del terzo mandato, al quale Forza Italia si è opposto strenuamente. Dal Veneto Luca Zaia definisce la discussione come “non necessaria”, mentre Attilio Fontana bolla lo Ius Scholae addirittura come “una cosa inutile, fine a sé stessa”, aggiungendo che la proposta è “una cosa più che altro di carattere demagogico secondo me, concretamente non ha nessun valore”. Sul fronte del governo, invece, in ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, mantiene un aplomb decisamente più istituzionale sostenendo che la discussione sul tema “si deve fare meno sui giornali più in Parlamento, il luogo dove si può discutere di tutto al momento giusto”. Una linea solo apparentemente possibilista, perché poi precisa come “questa non sia una priorità”. Parola ripetuta a più riprese e da più parti nel tentativo, finora inutile, di mettere un punto alla questione.
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