Lorena Bianchetti: la forza della diversità al Gran Galà del Sociale
L'intervista alla conduttrice tra sociale e nuovi progetti: "Uno nuovo sta prendendo forma"
Questa sera, in seconda serata su Rai 2, va in onda il Gran Galà del Sociale, evento conclusivo del Festival Internazionale della Cinematografia Sociale “Tulipani di Seta Nera”. Giunto alla XVIIIesima edizione il Festival nel corso di questi 18 anni ha dato voce a storie spesso invisibili, ha raccontato la diversità come valore, la fragilità come forza, la resilienza come speranza trattando tematiche come salute, disabilità, bullismo, stereotipi di genere, ambiente, tecnologia, legalità e guerra attraverso il linguaggio del cinema e non solo. A condurre la serata Lorena Bianchetti, volto da sempre vicino ai temi sociali.
Come nasce il tuo coinvolgimento nel Gran Galà del Sociale?
“È stato spontaneo. Questo evento mette al centro l’essere umano nella sua unicità, raccontandolo in modo non standardizzato. Oggi più che mai abbiamo bisogno di valorizzare le specificità di ciascuno. Viviamo in una società che tende a ingabbiarci in cliché. Il mio desiderio è proprio quello di invertire questa rotta. Credo in una piccola rivoluzione culturale contro chi ci vuole tutti uguali, quando invece la vera ricchezza è nella diversità”.
Ci regaleresti qualche anticipazione di questa nuova edizione?
“È stata un’edizione partecipata e intensa. Si è dato spazio a ciò che spesso viene ignorato o emarginato. Il racconto è stato profondo ma anche sorridente, capace di trasmettere speranza. In tempi così duri, il fatto che le opere riescano a illuminare il reale è qualcosa di potente e necessario”.
Tra gli ospiti di punta c’è Cesare Bocci, a cui sei molto legata.
“È un artista completo e un uomo di grande sensibilità. Lo proposi subito a Diego Righini (Presidente del Festival, ndr). Ci conosciamo da anni, da quando recitavamo insieme in uno spot in Spagna. Da allora è nata un’amicizia che si è consolidata anche attraverso esperienze come quella con l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, con cui siamo stati insieme in missione in Ecuador, al confine con la Colombia. In quell’occasione ho visto ancora una volta la sua straordinaria sensibilità. La sua storia personale parla da sola: il premio che ha ricevuto è per la sua umanità e per la sua bravura. Il pubblico lo ama proprio perché sa riconoscere la verità”.
Progetti futuri?
“Continua il mio triplice impegno. Conduco una trasmissione sul Giubileo e i faccia a faccia del sabato: durante l’estate abbiamo già registrato una serie di puntate in giro per l’Italia, che andranno in onda fino a settembre. La domenica racconto l’attualità della Chiesa in diretta. E c’è un progetto nuovo che sta prendendo forma, rimasto a lungo nel cassetto. Non anticipo nulla per scaramanzia, ma sarà un linguaggio diverso, legato alla comunicazione e all’arte. Quando sarà il momento, il pubblico sarà il primo a saperlo”.
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