Federalismo fiscale, Giorgetti: “Collaborazione tra Regioni e Stato”
Il percorso verso un federalismo fiscale compiuto passa attraverso una collaborazione strutturata tra tutti i livelli istituzionali. Lo ha ribadito il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenuto in audizione davanti alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. “Il federalismo non può realizzarsi senza la collaborazione delle Regioni, dell’Anci, dell’Upi e, soprattutto, delle amministrazioni statali più ampie interessate”, ha dichiarato Giorgetti, sottolineando la necessità di una governance condivisa per guidare il passaggio dalla finanza derivata a quella autonoma. In un contesto reso ancora più complesso dalle nuove regole europee di governance economica, il ministro ha evidenziato che “l’impatto dell’entrata in vigore del nuovo quadro normativo richiederà un coordinamento più stringente tra i livelli di governo per il rispetto degli obiettivi fissati nei Piani strutturali di Bilancio di medio termine”. Uno dei punti chiave dell’intervento ha riguardato la fiscalizzazione dei trasferimenti statali, che potrà riguardare soltanto quegli stanziamenti che rispondono a criteri ben precisi: devono essere di parte corrente (e in alcuni casi in conto capitale, se non finanziati tramite indebitamento), avere carattere permanente e generale, ed essere destinati all’esercizio di competenze regionali, incluse quelle svolte da province e comuni. In tale ottica, Giorgetti ha ricordato che la Commissione tecnica per i fabbisogni standard, nell’ultima seduta dell’11 dicembre 2023, ha approvato un documento definitivo con l’elenco dei trasferimenti fiscalizzabili, che ammontano a circa 10 miliardi di euro. Le risorse interessano settori strategici e ad alta rilevanza sociale: trasporto pubblico locale, politiche per la famiglia, giovani e disabilità, politiche sociali e per le non autosufficienze, agricoltura, istruzione, formazione professionale e diritto allo studio universitario. Ambiti che, ha evidenziato il ministro, sono oggi gestiti da una molteplicità di amministrazioni statali, ma che riguardano direttamente anche le funzioni fondamentali degli enti locali, i quali saranno chiamati a giocare un ruolo più incisivo nella gestione e programmazione delle risorse. Il disegno di riforma federale entra così in una fase cruciale, dove efficienza, responsabilità e coesione istituzionale saranno fondamentali per garantire servizi adeguati e finanze pubbliche sostenibili.
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