Economia

L’unione energetica passa dall’Italia: 1,5 miliardi per Adriatic Link

Ieri l'intesa, pioggia di fondi da Bei e Intesa San Paolo

di Giovanni Vasso -

Energia alternativa; pannelli solari; agricoltura


Un miliardo e mezzo di euro per l’Adriatic Link. In arrivo una pioggia di fondi per Terna, finalizzata alla costruzione di un’infrastruttura energetica a dir poco centrale nell’ambito di quella che, ieri, Ursula von der Leyen ha delineato, davanti alla platea del Forum italofrancese degli industriali di Confindustria e Medef come la sua idea di “unione energetica”. La presidente della Commissione ha spiegato che “l’enfasi deve essere posta sulla produzione a basse emissioni di carbonio che cresce qui da noi, in Europa, perché ciò che fa aumentare i prezzi è l’importazione di combustibili fossili e la nostra dipendenza dalla volatilità dei mercati globali”. Insomma, più rinnovabili e fonti sostenibili. Non solo dal punto di vista ambientale ma, soprattutto, economico e quindi politico. “Più produciamo energia qui a casa nostra, più siamo indipendenti, più abbiamo sicurezza energetica e più posti di lavoro di qualità riusciamo a creare”, ha spiegato Ursula von der Leyen rispolverando la necessità di giungere a una sovranità energetica che, per adesso, non c’è. Il piano, però, è pronto. E sarà “focalizzato sull’espansione dell’accesso a energia a basso costo e a basse emissioni e sulla costruzione di un mercato interno connesso tramite reti e interconnettori”. Come, appunto, l’Adriatic Link. Si tratta di una linea ad alta tensione in corrente continua (lunga complessivamente 251 km, di cui 210 in cavo sottomarino, con una profondità massima di circa cento metri. La linea, fanno sapere da Terna, avrà una capacità nominale di trasmissione attiva pari a mille megawatt e collegherà le stazioni elettriche di Fano (Pesaro e Urbino) e Cepagatti (Pescara). L’infrastruttura, oltre a migliorare la distribuzione di energia nel Centro Italia, sarà fondamentale pure per l’interscambio di elettricità prodotta per il tramite di fonti rinnovabili. Ieri, a Roma, si è tenuta la cerimonia in cui l’amministratore delegato di Terna, Giuseppina Di Foggia, ha “incassato” finanziamenti per ben 1,5 miliardi. Parte dalla Bei, la banca europea degli investimenti e per un’altra parta dal gruppo bancario di Intesa San Paolo. In particolare, sono state aperte tre linee di credito. La prima, dalla Bei, che mette a disposizione dell’azienda delle reti elettriche qualcosa come 750 milioni di euro. Una seconda, messa a disposizione da Isp, da mezzo miliardo e, infine, una terza, per un valore di 250 milioni, aperta ancora da Intesa San Paolo ma con provvista indiretta di Bei. Tutti i finanziamenti sono garantiti da Sace. La prima linea da 750 milioni avrà un orizzonte temporale di ventidue anni, le altre due invece non andranno oltre i sette anni.  Per Giuseppina Di Foggia si tratta di un’ottima notizia: “La transizione energetica ha impresso una notevole accelerazione agli investimenti per ammodernare e potenziare le reti di trasmissione in tutta Europa, come dimostra l’aggiornamento del Piano Industriale 2024-2028 di Terna presentato a inizio anno”. L’ad, che ricopre ancora la carica di direttore generale di Terna, ha quindi aggiunto: “Il finanziamento firmato oggi con la Banca Europea per gli Investimenti, con cui Terna intrattiene da anni una solida relazione, e Intesa Sanpaolo, che ha assunto un ruolo rilevante nel supporto alla strategia finanziaria del Gruppo, riconosce il valore strategico delle nostre infrastrutture di rete, essenziali per favorire l’integrazione delle energie rinnovabili ed incrementare il livello di indipendenza e di sicurezza energetica nazionale. Il ruolo di Sace nell’accordo, allo stesso tempo, identifica nelle opere di Terna la creazione di valore economico e sociale per il Paese”. Alla firma dei patti hanno preso la parola anche Nadia Calvino e Gelsomina Vigliotti, rispettivamente presidente e vice della Banca europea degli investimenti. Calvino ha affermato: “Questo investimento sarà fondamentale per promuovere un mercato dell’energia più stabile e sicuro nel Paese, migliorando la rete elettrica nazionale e accelerando l’integrazione delle fonti di energia rinnovabile”, mentre Vigliotti ha sottolineato: “Questo accordo conferma il ruolo centrale della BEI nel catalizzare risorse pubbliche e private per promuovere l’autonomia strategica e la transizione energetica dell’Europa”. Ma la lunga giornata di Terna non si è fermata qui. Perché oltre all’accordo sui finanziamenti per l’Adriatic Link è giunta pure la firma sul memorandum of understanding con gli ucraini di Npc Ukrenergo. L’intesa, che avrà una durata pari a tre anni, servirà a favorire “lo scambio di esperienze e tecnologie avanzate nella gestione dei sistemi elettrici di trasmissione”. La firma è avvenuta oggi a Roma nell’ambito della Ukraine Recovery Conference 2025 e mira a consolidare l’integrazione dell’Ucraina nel sistema elettrico paneuropeo.


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