Massimo Lovati, il legale di Sempio scagiona Stasi: “A Vigevano già sapevano del delitto”
Massimo Lovati, il legale di Sempio scagiona Stasi: “A vigevano già sapevano del delitto”
E dopo diciott’anni l’avvocato del nuovo indagato per il delitto di Garlasco lancia una bomba: “Alle 11.30 tutti sapevano dell’omicidio“. A scatenare il panico, dallo studio di Zona Bianca ai social fino agli ambienti investigativi, è stato il penalista Massimo Lovati, l’istrionico legale che con la collega Angela Taccia difende Andrea Sempio, oggi iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio in concorso di Chiara Poggi, la 26enne ammazzata nella villetta di via Pascoli il 13 agosto 2007.
L’ultima di Lovati è la storia che giustifica la sua teoria sul perché Alberto Stasi, il condannato a 16 anni per il delitto della sua fidanzata, sarebbe innocente. “Il 13 agosto 2007 era il giorno del mio compleanno e a Vigevano c’era la festa del paese, sono sceso dal mio studio alle 11.30 e tutti, tra le bancarelle, sapevano già che a Garlasco era stata uccisa una ragazza“, ha detto Lovati ospite al programma di Giuseppe Brindisi.
Le parole del legale hanno fatto scendere il gelo in studio, perché quella ricostruzione si contrappone alla verità giudiziaria, che vede Stasi scoprire il cadavere alle 13.50 di quel giorno, dopo averla massacrata tra le 9.12 e le 9.35. Insomma, nessuno sapeva, fino alla chiamata al 118 e all’arrivo dei carabinieri a via Pascoli intorno alle 14, che Chiara giacesse cadavere sulle scale della cantina della villetta. Anche perché, per diciotto anni, nessuno ha mai raccontato una storia diversa. Ora lo fa Lovati, anticipando di circa due ore e mezza la diffusione della notizia dell’omicidio. “Sono sicuro, era il mio compleanno, era la fiera d’agosto, è un ricordo preciso che nel tempo non può essersi dissolto“, risponde il legale a chi tenta di smontare l’ennesima teoria del penalista. “Sono sceso dallo studio per andare a comprarmi il formaggio, nelle bancarelle, alle 11 e mezza, dicevano che hanno ammazzato una ragazza a Garlasco“, insiste.
Non si capisce perché, se fosse vero, l’avvocato che deve difendere Sempio parla solo oggi, scagionando con il suo racconto Stasi, che dalle 9.36 ha un alibi di ferro, certificato dall’attività al computer per scrivere la tesi e durante il quale il bocconiano non ha avuto alcun contatto telefonico. Come avrebbe dunque potuto avvisare qualcuno che a casa Poggi c’era Chiara morta?
L’alternativa sarebbe che altri, come sostiene la Procura di Pavia, abbiano commesso il delitto e poi si siano confidati con qualcuno, che avrebbe diffuso la notizia prima che Stasi “scopritore” trovasse la sua fidanzata uccisa. O ancora la rivelazione di Lovati potrebbe avere un altro significato: escludendo che l’avvocato sia impazzito, potrebbe lanciare dei “pizzini”. Anche perché Lovati non è nuovo a uscite alquanto incredibili. Lo ricordiamo quando davanti alla caserma dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, che avevano prelevato il tampone salivare da confrontare in incidente probatorio con il Dna sotto le unghie di Chiara, rubò la scena al sospettato, criticando l’inchiesta dei magistrati pavesi e parlando di macchinazione. A quel punto Lovati è diventato ospite fisso in tutte le trasmissioni televisive, dove è passato dal sogno del sicario quale autore del delitto alla pedofilia scoperta da Chiara, per arrivare al Santuario delle Bozzole. Le ultime performance sono l’incubo che sul Fruttolo ci fosse il Dna di Sempio e il timore che contro il suo assistito spuntasse una testimone. Ora i fatti di Garlasco li ha messi in piazza a Vigevano.
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