Attualità

Sigarette, l’Europa prepara una stangata fino a +139%

La proposta sarà presentata a partire dal 16 luglio nell'ambito dei negoziati sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale

di Angelo Vitale -


La Commissione europea starebbe preparando una riforma storica e senza precedenti della tassazione sui prodotti del tabacco, inclusi sigarette tradizionali, tabacchi trinciati, sigari, tabacco riscaldato e sigarette elettroniche, con l’obiettivo di aumentare drasticamente le accise per ridurre i consumi e finanziare direttamente il bilancio dell’Ue. La rivelazione, nei giorni scorsi, da Euractiv, secondo cui le principali misure previste sono un aumento fino a +139% per le sigarette tradizionali, +258% per i tabacchi trinciati, +1.090% per i sigari, con rincari significativi anche per il tabacco riscaldato e le e-cigarette. Il rilancio della notizia, in vista di un passaggio istituzionale in Ue.

Sigarette: entrate fiscali a Bruxelles

L’iniziativa sottrarrebbe circa 15 miliardi di euro di entrate fiscali dagli Stati membri per destinarli direttamente a Bruxelles, creando nuove risorse proprie per l’Ue.

La proposta sarà presentata ufficialmente a partire dal 16 luglio nell’ambito dei negoziati sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale che entrerà in vigore nel 2028.

La riforma punta anche ad armonizzare le norme fiscali sul tabacco tra i Paesi membri, unificando la legislazione attualmente gestita a livello nazionale.

Inoltre, Bruxelles sta valutando il divieto delle sigarette con tabacco riscaldato aromatizzato, come parte del piano europeo contro il cancro, con l’obiettivo di arrivare a una generazione senza tabacco entro il 2040, con meno del 5% della popolazione che ne faccia uso.

La reazione italiana

Il governo italiano, rappresentato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, aveva espresso giorni fa forti perplessità sulla misura, sottolineando l’efficacia del modello fiscale italiano attuale, che bilancia salute pubblica, entrate fiscali stabili e contrasto all’illegalità. L’Italia registra infatti uno dei tassi più bassi di contrabbando in Europa (1,8%), risultato di politiche di prezzo equilibrate.

Le associazioni industriali, agricole e sindacali italiane hanno alzato gli scudi, denunciando il rischio di mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro e miliardi di euro di investimenti. La filiera italiana teme ripercussioni negative sull’export, che vale oltre 2 miliardi di euro annui, di cui 800 milioni destinati al mercato europeo.

Il rischio è un forte aumento del contrabbando come effetto collaterale degli aumenti repentini dei prezzi, come già avvenuto in Francia, dove il mercato illegale ha raggiunto il 38%. Questo potrebbe far perdere più gettito fiscale di quanto se ne guadagnerebbe con la nuova tassazione.


Torna alle notizie in home