Economia

Lo schiaffo di Trump: all’Ue dazi al 30%

Altro che progressi, Washington stanga l'Europa: "Apriteci il mercato e ne riparliamo"

di Giovanni Vasso -


Oltre la mazzata: la letterina è arrivata a Bruxelles, Donald Trump ha deciso di imporre dazi al 30 per cento all’Ue, alla vecchia Unione europea. Una mazzata, per tutti. Arrivata con mezza giornata di ritardo. E pensare che l’Ue si attendeva tariffe intorno al dieci percento. La decisione degli americani è di stangare la vecchia Europa con il triplo dei dazi. Per Bruxelles non è stato utile nemmeno rinunciare alle tasse digitali nel prossimo bilancio. Nemmeno acquistare gas e neanche avviare un piano di riarmo epocale. Nulla da fare. Washington ci va giù durissima e la delusione è lampante.

“Non reagite”, dazi al 30% per Ue e Messico

Dopo lo schiaffo, pure l’ingiunzione a restar fermi. Come già accaduto per tutti gli altri Paesi destinatari della “letterina” di The Don. A cominciare dal Giappone. Ogni tentativo, da parte dell’Unione europea, di replicare ai dazi al 30% imponendone di suoi, sarà duramente punito dall’America che aggiungerà in percentuale alla “base” già disposta. La questione però non finisce qui. Le tariffe entreranno in vigore il 1° agosto. C’è ancora tempo per trattare. Ma, fino a questo momento, è evidente che tanti sforzi di mediazione sembrano già falliti. Il guaio, per l’Europa, è stato (anche) di essere accomunato al Messico che, pure, ha subito sanzioni doganali nella misura del 30 per cento.

“Aprite i mercati e ne riparliamo, imprese venite qui”

E sempre lì si va a parare. Te lo ricordi il Ttip? Ebbene, da quando l’Europa si rivoltò contro l’accordo di libero scambio atlantico, i rapporti tra Bruxelles e Washington sono iniziati a deteriorarsi. Ora Trump, dopo lo schiaffo, tenta una sorta di apertura: “Vogliamo collaborare con voi, come vostro partner commerciale, per tanti anni a venire. Se deciderete di aprire i vostri mercati – fino ad adesso chiusi – agli Stati Uniti ed eliminare le vostre politiche tariffarie e non tariffarie, così come le vostre barriere commerciali, potremmo forse valutare una modifica a questa lettera. Queste tariffe potrebbero essere modificate, al rialzo o al ribasso, in base al nostro rapporto con voi”. La burocrazia brussellese è avvisata. La batosta di Trump è nella reiterazione dell’invito agli europei a investire in America: “Come sapete, non ci saranno tariffe se l’Unione Europea, o aziende interne all’Unione Europea, decideranno di costruire o produrre prodotti negli Stati Uniti”. Coi dazi al 30 %, per l’Ue si apre uno scenario inquietante e preoccupante. Dopo settimane passate a parlare di progressi, tutto sembra perduto. In fondo, nulla di nuovo: Trump fa azioni politiche e usa i dazi come clave.


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